Dallo scorso 2 febbraio 2022 è entrata in vigore una regola fondamentale per gli autotrasporti internazionali: da quella data, gli autisti devono obbligatoriamente indicare ogni passaggio di frontiera sul loro cronotachigrafo digitale. E se l’apparecchio non è di ultima generazione?

11 Luglio 2022 di redazione

Negli ultimi mesi ha cominciato ad essere realmente applicato, direttamente su strada, l’ormai famoso Primo Pacchetto Mobilità europeo. Dallo scorso 2 febbraio 2022 è entrata infatti in vigore una regola fondamentale per gli autotrasporti internazionali: da quella data, gli autisti devono obbligatoriamente indicare ogni passaggio di frontiera sul loro cronotachigrafo digitale. Attenzione: gli apparecchi di ultima generazione lo fanno in automatico, ma se il camion ha a bordo una versione precedente, deve essere il conducente ad annotare l’ora del passaggio della frontiera, fermandosi, per farlo, in un punto di sosta il più vicino possibile al confine appena attraversato.

PASSAGGIO DI FRONTIERA: COSA FARE – Se il passaggio di frontiera avviene mentre il camion è imbarcato su un treno o una nave traghetto, la registrazione manuale deve essere effettuata al porto o al terminal di arrivo (così come in realtà andava già fatto a partire da agosto 2020 per i veicoli industriali equipaggiati con un cronotachigrafo analogico). Il provvedimento rientra tra le misure per contrastare il cabotaggio illegale e lo sfruttamento degli autisti. La registrazione di ogni passaggio di frontiera serve infatti per permettere agli organi di controllo di verificare il rispetto del numero massimo di operazioni di cabotaggio permesse (questa regola cambierà entro quest’anno) ma anche di controllare se il veicolo ha rispettato la norma sul rientro periodico nel Paese dove ha sede l’azienda (e anche questa regola entrerà poi in vigore entro la fine del 2022).

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