Di Ottavia E. Molteni
Il percorso di transizione ecologica annunciato dal Gruppo PACCAR passerà attraverso non una singola tecnologia, ma una serie di soluzioni che continuerà a guardare anche ai motori endotermici (ICE – Internal Combustion Engine). Ad oggi non si registra un unico standard neppure per quello che riguarda il marchio Daf, la Casa di Eindhoven che fa capo al colosso americano e che nel 2022 conta di superare i già straordinari risultati del 2021, grazie all’arrivo sul mercato, per il segmento trasporto a lungo raggio, della nuova gamma XF, oltre ai due inediti XG e XG+, sempre facenti parte della cosiddetta “Daf New Generation”.
TRA PREMI E NOVITÀ – Allo scorso Solutrans Truck & Transport di Lione il marchio olandese ha vinto il premio “International Truck of the Year 2022” (motivazione: aver definito collettivamente un nuovo standard nel settore dei trasporti in termini di efficienza, sicurezza e comfort di guida), mentre la conquista del “Truck Innovation Award 2022” è arrivata con la variante XF long haul/heavy load H2-ICE, spinta da un motore a combustione alimentato a idrogeno. Un doppio ritorno, sicuramente apprezzato a fronte dei 237 milioni di dollari di investimento dichiarati dall’azienda solo nel 2022. L’impegno economico cospicuo, che ha ruotato intorno ai nuovi XF, XG e XG+, ha visto l’inserimento nel progetto, primo nel Vecchio Continente tra i costruttori del comparto, delle specifiche contenute nel Regolamento Masse e Dimensioni stilato dalla Commissione Europea e pubblicato solo nel 2020. Detto in altre parole: sono più grandi e caricano di più.
CF, IL PRIMO TRUCK A BATTERIA DI DAF – Molta strada è stata tuttavia percorsa da Daf anche nel campo dell’elettrico (dopo quello intermedio, già esplorato, dell’ibrido) grazie alla collaborazione avviata con VDL. Accanto alla serie CF, che nel 2018 per prima ha imboccato la via delle zero emissioni, affidando in prova alcune unità della sua versione green a una platea selezionata di clienti, è stato annunciato, all’inizio dello 2021, un altro veicolo sempre rivolto al mondo della distribuzione: l’LF Electric, accreditato di un’autonomia fino a 280 km. Il CF Electric, che si è affacciato sul mercato italiano, potenziato in una fase successiva sino a consentirgli di coprire il doppio di strada rispetto alle origini (200 km – versione extended range), sarà proposto sia come trattore a due assali che come cabinato a tre assali. Si rivolge, oltre che al segmento della GDO, al comparto della raccolta rifiuti circoscritta in un’area definita e al servizio di navettaggio. Il peso totale a terra varia da 29 a 37 ton. Il motore elettrico ha una potenza di 210 kW (con picco a 240 kW) alimentato da un pacco batterie con capacità effettiva di 350 kWh. Quando l’indicatore percentuale dell’autonomia scende a zero, la connessione a una stazione di ricarica con tecnologia ultrafast charge (250 kW) permette un “pieno” in poco più di un’ora (75 minuti).
DAF LF, CRESCE LA GAMMA ELETTRICA – Il Daf LF Electric in versione cabinato due assali da 19 ton, è spinto da un motore da 250 kW (370 kW di picco). La capacità delle batterie è di 254 kWh. Il modello, che ha inaugurato la seconda serie di veicoli industriali completamente zero emissioni del costruttore olandese, si presenta associato al Combined Charging System, una tecnologia che consente la ricarica del mezzo attraverso la rete elettrica domestica. Per passare dal 20% all’80% della capacità complessiva, nel caso di un collegamento con potenza 22 kW mediante wall box, sono richieste 6,5 ore, che salgono a 12 ore per coprire l’intervallo 0-100%. L’attesa si abbatte notevolmente solo ricorrendo a colonnine con potenza da 150 kW: in un’ora si copre la forbice 20-80%, nel doppio del tempo si passa dallo 0% al 100%. Le batterie agli ioni di litio montate a bordo del CF e dell’LF in versione full electric, coperte da una garanzia di sei anni, sono di tipo LFB (litio-ferro-fosfato). Sono inoltre prive di cobalto o magnesio, quindi strutturalmente più sostenibili.
DIVERSE SOLUZIONI PER LA RICARICA – A disposizione dell’utilizzatore finale dei veicoli industriali elettrici firmati Daf vi è un’ampia e completa offerta infrastrutturale, abbinabile ai caricabatterie PACCAR. Si tratta di soluzioni, sia fisse sia mobili, introdotte sul mercato per consentire alla clientela di mantenere la propria flotta operativa su strada. La presenza del connettore standard per l’Unione Europea (CCS2) ne permette l’utilizzo anche da parte di altri veicoli commerciali zero emissioni. Si parte dalla colonnina a muro con potenza da 20 a 50 kW, pensata per il collegamento a una presa domestica di un solo veicolo la sera o durante le ore notturne, per arrivare all’ammiraglia da 360 kW, passando per la stazione di ricarica da 180 kW che, come quella da 120 kW, guarda espressamente alle flotte che lavorano su turni o percorsi diversi. Nella casella delle soluzioni di ricarica mobili proposte per i modelli del costruttore olandese, si collocano invece tecnologie con potenze che vanno da 24 a 40 kW.
L’APPROCCIO INNOVATIVO ALL’IDROGENO – Al contrario del gruppo madre PACCAR, che guarda all’idrogeno per il tramite della tecnologia delle celle a combustibile (FCEV), il marchio Daf ha scelto di concentrarsi sul motore endotermico. L’XF H2-ICE, da poco premiato, porta con sé alcuni vantaggi: dalla eliminazione di un sistema di grandi dimensioni per l’accumulo dell’energia, alla possibilità di ricorrere a una capacità più bassa di raffreddamento, sino a una diminuzione della risposta (sensibilità minore) rispetto alla purezza del combustibile. Un altro elemento a favore di questa tipologia di alimentazione è la possibilità di appoggiarsi a una rete di distribuzione già presente in Italia. Resta tuttavia il fatto che, per contribuire realmente alla sfida in atto legata alla decarbonizzazione dei trasporti su strada, occorre concentrare gli sforzi sul solo idrogeno “pulito”, ossia derivato da fonti rinnovabili, al momento nettamente più costoso rispetto alla forma ottenuta da combustibili fossili.
ANCHE IL DIESEL È SEMPRE PIÙ GREEN – Elettrico e idrogeno si affiancano, nel portafoglio prodotti di Daf, a un diesel continuamente raffinato. Gli studi in corso intersecano il ricorso all’olio vegetale idrotrattato (HVO), con conseguente riduzione del 90% delle emissioni di CO2 senza bisogno di modifiche al veicolo; nonché carburanti liquidi da energie rinnovabili in cui operano filtri per la ricattura della CO2 inizialmente rilasciata, che va a combinarsi con l’idrogeno. Un sistema che proietta questa soluzione al di fuori del contesto urbano, sul trasporto a lungo raggio.