All'avanguardia e futuristico, il missile su ruote elettrico di Tesla si fa attendere ormai da 4 anni: vediamo il perché di questo ritardo.

17 Settembre 2021 di redazione

Del camion elettrico di Tesla si parla da circa 4 anni, con annunci spesso trionfali. Ma poi arriva sempre qualche problema misterioso a rinviare la festa e adesso, forse, se ne riparlerà nel 2022. Ma qual è il problema di questo “missile su ruote”?

Un vero precursore

Era il 16 novembre 2017 quando il primo camion Tesla fu presentato alla stampa, creando l’aspettativa della sua entrata in produzione nel 2019. Da allora, si sono visti alcuni prototipi funzionanti, ma in ogni caso la produzione è stata posticipata, prima al 2020… poi, con la pandemia, se ne sono perse le tracce fino a qualche mese fa, quando, stando alle ultime dichiarazioni di Elon Musk, si annunciava la produzione entro la fine del 2021.

Una programmazione rivedibile

I fornitori erano già stati contattati per il lancio della versione provvisoria, previsto a maggio 2021, e per una produzione pilota a luglio. Il tutto in vista del debutto definitivo programmato per agosto. La tabella di produzione: 2500 unità per il 2021, 10.000 nel 2022 e ben 25.000 a partire dal 2023, quando il Tesla Semi sarebbe approdato anche sul mercato europeo. Tuttavia, come ha fatto intendere lo scorso 27 marzo proprio l’AD di Tesla tramite un messaggio su Twitter, il Semi verrà lanciato nella sua veste definitiva solamente a partire dal prossimo anno. La ragione di questo ennesimo rinvio? A quanto pare è tutto un problema di batterie.

Batterie speciali

Il Tesla Semi, infatti, avrebbe bisogno delle nuove celle 4680 del brand americano, annunciate durante il cosiddetto “Battery Day” del 22 settembre 2020. Però, l’impianto pilota di Fremont, in California, non riesce a soddisfare neppure la domanda dello stesso sito, dove sono prodotti diversi modelli di automobili Tesla. In aggiunta, anche con il completamento della Gigafactory di Austin, in Texas, previsto per il 2022, non sarebbe possibile rispettare le 500 consegne a settimana del camion Tesla. Perché le batterie prodotte nel solo impianto in Nevada non sarebbero comunque sufficienti. Ma allora, a che gioco giochiamo?

Guida semi-autonoma

Non mancano un sistema di Torque Vectoring che migliora la stabilità e la precisione in curva, oltre alla guida semi-autonoma con il sistema Enhanced Autopilot, che comprende il Cruise Control Adattivo, il mantenimento in corsia con avviso di superamento involontario della stessa, e la frenata automatica di emergenza. In quanto al posto di guida, le poche immagini disponibili ce lo mostrano essenziale, come nelle vetture Tesla, con due schermi touch da 15 pollici collocati ai lati della plancia. Sono poi previste specifiche infrastrutture per la ricarica, con stazioni ultra-fast definite Megacharger. Insomma, alla fine dei giochi, l’attesa c’è, e di sicuro si tratterà di un buon affare (per chi se lo potrà permettere). Ma fino a quando dovremo ancora attendere?

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