TOCCA ALL’ELEFANTE

Il Samecar Elefante debutta nel 1965 e viene considerato da subito come un vero e proprio autocarro. Esce nelle versioni 4×4 e 6×4 (autocarro e trattore per semirimorchi) e in quella 6×6 (adatta per i trasporti pesanti). Monta un motore Same da 9960 cc. Nella versione a 3 assi, monta un 6 cilindri da 140 cv raffreddato ad aria, mentre nella versione a due assi è dotato di un motore a 8 cilindri raffreddato ad aria che eroga ben 180 cv. Trazione integrale sia a 4 che a 6 ruote motrici con innesto/disinnesto dal posto guida, 8 marce avanti e 4 retromarce.

TANTE VERSIONI

La versione a 3 assi (6×6) ha 24 marce, 16 avanti e 8 retromarce, una portata di 120 quintali e una velocità massima di 65 km/h. Il motore è fuori dall’abitacolo per offrire al conducente la massima silenziosità. La cabina è ampia e squadrata. Nella versione trattore per semirimorchi (TS) ha un peso rimorchiabile di 240 quintali e raggiunge i 38 km/h a pieno carico, mentre se è scarico, tocca i 65 km/h. L’Elefante poteva lavorare in cava o come dumper o trainare vagoni ferroviari.

Esistevano infatti versioni specifiche: una, zavorrata, per il traino di vagoni ferroviari (TT-W) che ha un peso rimorchiabile di 480 quintali e una, dumper, che sviluppa 90 cv e ha una portata di 70 quintali..

COM’È ANDATA A FINIRE

Questi mezzi hanno fatto la storia, ma non hanno avuto una gran diffusione, per questo vedere un Samecar “dal vivo” è molto difficile. Secondo Roberto Cabiati, oltre all’esemplare del museo Same, ce ne sono solo altri due: uno in buone condizioni e un altro che è rimasto per anni all’aria aperta e che sembra assai compromesso, ma che un giovane appassionato friulano vorrebbe comunque restaurare. L’avventura dei Samecar Toro ed Elefante si è conclusa in tempi brevi. Secondo alcuni perché erano mezzi poco “definiti”: non erano trattori agricoli, ma erano troppo lenti per la strada e così, le diverse versioni furono dimenticate. Altri sostengono che le loro potenzialità lavorative non furono purtroppo comprese appieno.


COM’È OGGI

Nel suo testamento spirituale, Francesco Cassani scrisse: «All’uomo che dirigerà la Same raccomando di […] non avventurarsi in tentativi che allontanino l’azienda dal suo campo base, il quale essendo oggi basato sulla costruzione dei trattori, non dovrà che continuare in tale direzione, perseverando nel miglioramento della costruzione e avendo cura di non trascurare la ricerca assidua del minor costo e della modernità delle macchine». Queste parole sono state d’esempio per i dirigenti che sono venuti dopo di lui e che si sono fermati alla produzione di trattori. Oggi la Same è parte della multinazionale Same Deutz-Fahr e produce ancora macchine di ottima qualità, ma il Toro e l’Elefante restano nella memoria come una formidabile occasione perduta.

(Parte 01Parte 02 – Parte 03)

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