Nel corso del raduno di Dalmine del 27 e 28 aprile 2019 (LINK articolo 33), i soci A.I.T.E. hanno partecipato a una visita al museo Same. C’erano tanti trattori agricoli, ma anche due mezzi storici che sono veri gioielli da riscoprire dopo le esposizioni statiche e le sfilate di Dalmine e Caravaggio.

GRANDI MEZZI DA RICORDARE

Il presidente Roberto Cabiati ha portato i soci A.I.T.E. a visitare il museo Same e ha fatto addirittura entrare alcuni mezzi dell’Associazione all’interno del museo. Il museo Same di Treviglio sorge davanti allo stabilimento che produce trattori agricoli dal 1942.  Questa incursione, che è stata allegra e divertente, ha avuto anche il merito di riscoprire il genio di Francesco Cassani, un tecnico geniale, un abile imprenditore e un uomo di grandi valori etici.  Il museo Same ospita un’esposizione di macchine e prototipi che raccontano la storia della meccanizzazione agraria del secondo dopoguerra, ma ci sono anche motori diesel nautici e per aviazione degli anni ’30.

DUE PAROLE SU UN GENIO

La Same ha sempre prodotto trattori agricoli, ma questa visita al museo ha consentito di osservare da vicino due mezzi straordinari come il Samecar Toro (del 1961), e il Samecar Elefante (del 1965). Ma partiamo dall’ideatore di tutto questo. Francesco Cassani (a sinistra nella foto) era nato nel 1906 a Vailate e, nell’officina del padre, aveva messo in mostra il suo genio meccanico. Suo fratello Eugenio, più piccolo di tre anni (a destra nella foto), gli rimase al fianco per tutta la vita. Cassani era un tecnico straordinario che, nel 1927, progettò e mise in produzione la trattrice Cassani 40 cv, il primo trattore mosso da un motore diesel, che rappresentò un punto di svolta nel lavoro agricolo. La sua era una vocazione: a 15 anni progettò un’automobile con un motore di derivazione aeronautica con cui scorrazzava per le strade bianche di Treviglio. Era nel destino di un uomo così e di suo fratello Eugenio, che lo affiancò, aprire un’azienda che produceva trattori.

PRIMA DELLA SAME

Purtroppo, però, la crisi del ’29 costringe i due fratelli ad aspettare. Loro, però, non rimangono con le mani in mano: progettano motori diesel per autocarri, inventano le pompe a iniezione più innovative dell’epoca e realizzano un motore marino d’avanguardia. È un 6 cilindri con pistoni contrapposti che eroga 85 cv a 1800 giri al minuto e che, montato sul motoscafo Este 1, nel 1934, vince il raid Venezia-Trieste con consumi ridottissimi. I due fratelli non si fermano: inventano un motore stellare per aerei (ha sei cilindri e viene definito a “revolver”), fondano una società, la SPICA, per la produzione di pompe a iniezione diesel e, nel 1942, nonostante la guerra, riescono a fondare la Same (Società Accomandita Motori Endotermici) che ancora oggi realizza macchine agricole innovative, ultra tecnologiche e sempre un passo avanti rispetto agli altri.

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