Per le operazioni di carico e scarico nei magazzini e nelle logistiche i tempi di attesa stanno diventando un vero problema

18 Dicembre 2022 di Redazione

Cari amici, questa volta non parla solo un camionista, ma parlano in tanti e dicono tutti la stessa cosa: “Siamo stanchi di aspettare! Le attese nei magazzini si vanno allungando sempre di più e per le aziende questo significa un irragionevole aumento dei costi”. Vediamo meglio…

Il direttore – Andrea Ferreri

In Italia, i tempi di attesa per il carico e scarico dei mezzi pesanti sono più che lunghi. Il Centro Studi di Federtrasporti ha analizzato le 82.792 giornate lavorative dei propri associati e ha scoperto che gli autisti trascorrono in attesa gran parte del loro tempo, in media, circa 4 ore al giorno del loro impegno. Intendiamoci, si tratta di una media statistica, ma le attese sono comunque molto lunghe e andrebbero limitate. Ma come? Per capirlo, dobbiamo guardare alla Spagna.

IL TEMPO È DENARO – Le associazioni spagnole, infatti, hanno lanciato due provvedimenti importanti: il primo proibisce agli autisti le attività di carico e scarico (sacrosanto!) e il secondo impone il pagamento delle attese. Perché aspettare costa. E la Direzione generale dei Trasporti Terrestri del ministero dei Trasporti spagnolo ha dato il via a un’indagine che consenta di misurare le dimensioni del fenomeno. Ma, soprattutto, l’associazione Fenadismer, cioè la Federación Nacional de Asociaciones de Transporte de España, ha fatto una ricerca su alcune piattaforme logistiche del settore alimentare, dimostrando che ci sono tempi di attesa che arrivano fino a 5 ore. E questo, ovviamente, danneggia le aziende di autotrasporto, perché – per esempio – non riescono a garantire le consegne successive. Ma c’è di peggio, perché, per soddisfare le richieste dei clienti, con mezzi che lavorano “part-time” (perché il resto del tempo lo passano ad aspettare), sono costrette a ingrandire le flotte (fino al 20%!). Insomma, devono fare con due camion quello che potrebbero fare con un camion solo!

E IN ITALIA? – In Italia siamo fermi al decreto dirigenziale 69 del 2011, quando si decise che ogni ora di “fuori orario” doveva essere pagata 40 euro. Naturalmente nessuno si fa pagare e le attese continuano. E i governi che si sono succeduti in seguito non hanno mosso un dito. Non sarebbe il caso di affrontare il problema per dare una mano a un settore che è già in gravi difficoltà?

C'è 1 commento

  • Basta parlare con Matteo e in quattro e quattrotto il problema si risolve…dobbiamo aspettare il fine lavori del ponte RC-ME.

Lascia un commento

qui