Quello che migliaia di veicoli industriali con motore diesel Euro V ed Euro VI si possano fermare in tutta Europa è un rischio reale. La causa è la progressiva riduzione della produzione di AdBlue, un additivo senza il quale i camion con sistema Scr per l’abbattimento delle emissioni restano fermi.

24 Giugno 2022 di redazione

Quello che migliaia di veicoli industriali con motore diesel Euro V ed Euro VI si possano fermare in tutta Europa è un rischio reale. La causa è la progressiva riduzione della produzione di AdBlue, un additivo senza il quale i camion con sistema Scr per l’abbattimento delle emissioni restano fermi. Dietro questo blocco c’è il solito problema della mancanza di materie prime, in questo caso di metano, che serve per produrre l’ammoniaca che, aggiunta alla CO2 forma l’urea, ossia il principio attivo per eliminare gli ossidi di azoto dai gas di scarico dei diesel. Ovviamente, in una situazione di massima richiesta, il prezzo del metano sta andando alle stelle in tutto il mondo. Anche perché, quando si è cominciato ad avere sentore della crisi, alcuni speculatori hanno rastrellato tutto il metano ancora in circolazione, facendone ulteriormente lievitare i prezzi. Così, per tentare di contenere i costi di lavorazione, molti produttori di AdBlue hanno deciso di fermarsi o rallentere.

STA PEGGIO CHI STAVA MEGLIO – È importante notare che questa nuova crisi, che si aggiunge all’aumento del costo del gasolio e alla mancanza dei microprocessori, colpisce soprattutto i Paesi più modernizzati, quelli, tanto per capirci, che hanno le flotte meno inquinanti. Non a caso, tra le nazioni più preoccupate in Europa c’è la Germania, che ha uno dei parchi mezzi più all’avanguardia e quindi un elevato numero di camion che richiedono l’additivo, tanto che lì da loro le associazioni più importanti degli autotrasportatori stanno premendo sul Governo Federale per costituire una riserva nazionale di AdBlue, da usare in caso di difficoltà di approvvigionamento. Che poi, a ben vedere, questa emergenza non riguarda solo l’autotrasporto, perché l’urea è fondamentale anche per la produzione energetica e il riscaldamento, e gli impianti di produzione dell’urea operano nel modo più produttivo solo quando lavorano al massimo delle loro capacità, altrimenti conviene spegnerli. Insomma, in ballo non c’è solo il nostro lavoro di camionisti, ma l’Europa, che dovrebbe intervenire, ancora non sembra rendersene davvero conto.

C'è 1 commento

  • Di tante cose l’Europa non si rende conto, la prima è quella che questo sistema di trasporti non è sostenibile, quando parlo di trasporti non parlo solo di camion o trasporto merci, ma anche di aerei che bruciano ogni giorno milioni di tonnellate di carburante creando solo inquinamento e basta. i problemi di oggi sono il frutto delle scelte sbagliate fatte dall’Europa negli anni 80 e 90 e perseverate nel nostro millennio, il problema dell’Europa si chiama ENERGIA per la quale noi spendiamo all’estero circa il 30% del nostro lavoro, ancora oggi non si rendono conto che: O si cambia o si muore, io credo che l’unica soluzione è il nucleare, i container che viaggiano con treni, i camion debbono fare solo piccole tratte, carico e scarico, intensificare in tutta Europa il trasporto passeggeri con treni ad alta velocità, e il trasporto urbano con autobus elettrici, è inutile svenarsi e combattere e continuare a investire su qualcosa che rovina le nostre finanze, rovina il pianeta e ci porta al blocco totale.

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