A Mantova per volontà di un appassionato gruppo di colleghi, nel 1991 nacque quello che è oggi il più importante Museo dedicato ai Vigili del Fuoco. Ecco la sua storia ed alcuni dei gioielli recuperati e lì custoditi, per conservare la memoria di un patrimonio che sarebbe andato perduto

28 Settembre 2022 di redazione

Di Daniele Pizzo in collaborazione con Roberto Cabiati, presidente A.I.T.E.

È innegabile: solo se si ha una grande passione si può fare il “pompiere”, diventare cioè uno di quegli uomini sempre pronti a salire sui loro mezzi tirati a lucido che intervengono il prima possibile per cercare di salvare vite umane e animali, salvaguardando il bene (e i beni!) di tutti. Il terribile 11 settembre 2001 ha cambiato il loro modo di operare: oggi si devono rispettare protocolli di sicurezza molto stretti perché è doveroso che, prima di salvare una vita, gli stessi vigili non mettano a rischio la propria, ma il loro alto senso civico e il coraggio sono evidenti e suscitano unanime ammirazione. Ognuno di noi, da bambino, ha avuto almeno un camion dei pompieri giocattolo, e appena sentivamo una sirena la curiosità si mischiavano l’eccitazione e il sogno di diventare come loro. Al fascino dei pompieri si sommava quello dei loro mezzi, che in qualche caso (come a Santa Barbara, il 4 dicembre) abbiamo avuto la possibilità di ammirare da vicino, magari salendoci sopra.

IL GIOIELLO DI MANTOVA – A Mantova esiste un luogo che rappresenta un vero e proprio “gioiello” nato per raccontare la storia e le imprese di questi uomini coraggiosi: la Galleria Storica Nazionale dei Vigili del Fuoco di Mantova che, fondata nel 1991, quest’anno celebra il proprio trentennale. In Italia vi sono tante altre piccole e medie gallerie storiche di mezzi dei Vigili del Fuoco, ma la principale e la più importante è senz’altro questa. Comunemente chiamato “Museo” (anche l’insegna esterna recita così), in realtà è una galleria in quanto visitabile solo di sabato e domenica, ma rimane la più importante e completa realtà museale dei Vigili del Fuoco in ambito nazionale, una esposizione permanente da ritenersi tra le più prestigiose anche a livello internazionale. Negli altri giorni, su richiesta, il Museo viene aperto alle scuole e ai gruppi provenienti dalla provincia e da ogni parte d’Italia. Le visite in un anno si attestano attorno alle 50.000 presenze, con un target che spazia dagli occasionali turisti in visita a Mantova, che felicemente scoprono questo singolare luogo di cultura, a una maggioranza di appassionati della materia che avendo conosciuto il museo grazie al web possono finalmente farvi visita.

GRAZIE AI VOLONTARI – La parte più consistente di ospiti arriva dalle diverse regioni d’Italia, ma anche il numero di stranieri è considerevole, con appassionati e Vigili del Fuoco, in servizio e a riposo, che giungono da ogni parte del mondo. È stata fatta la scelta di non far pagare un biglietto di entrata, per non limitare gli ingressi del pubblico e cercare di stimolare la curiosità dei cittadini nel conoscere la storia dei pompieri e di tutto quanto veniva fatto in passato per fronteggiare il pericolo del fuoco. È il cittadino a fine visita che, se vuole, decide di dare un contributo per il mantenimento di questa realtà, una struttura che non pesa economicamente sulle casse del Dipartimento, del Corpo dei Vigili del Fuoco e delle Amministrazioni Pubbliche. La Galleria Storica Nazionale dei Vigili del Fuoco essenzialmente non vuole proporsi come luogo dove si sedimenta la “polvere del tempo” ma come uno spazio vivo, sempre pronto ad accogliere e a fondersi nelle diverse importanti manifestazioni che si svolgono a Mantova. Sono infatti tante le iniziative in questi anni passate tra il cortile e le mura della Galleria Storica: incontri culturali, convegni, celebrazioni storiche, raduni d’auto d’epoca, motoraduni, attivi- tà per bambini, incontri conviviali, ritrovi tra varie componenti “pompieristiche” nell’ambito nazionale e internazionale. La Galleria Storica Nazionale dei Vigili del Fuoco vive interamente di solidarietà e volontariato, in primo luogo da parte di tanti pompieri in pensione che ne garantiscono in modo encomiabile e a titolo gratuito la pulizia, la manutenzione dei mezzi e la puntuale apertura al pubblico nei fine settimana. Per tutti questi motivi l’A.I.T.E. (Associazione Italiana Trasporti d’Epoca), presieduta da Roberto Cabiati, nel 2013 ha consegnato una targa ricordo a Stefano Benfatti, il figlio di Bruno Benfatti, uno dei fondatori senza il quale la Galleria non sarebbe potuta nascere.

LA NASCITA DEL MUSEO – Verso la fine degli anni 80, l’allora Comandante ing. Nicola Colangelo e il collega ed esperto meccanico Bruno Benfatti avevano iniziato un’accurata ricerca di materiale “pompieristico” in disuso, mezzi e attrezzature divenute logore, rimaste abbandonate e destinate a marcire nei vari Comandi. L’appassionante lavoro di ricerca portava Colangelo e Benfatti a scovare e raccogliere in ogni angolo d’Italia materiale destinato ad andare smarrito, distrutto o nel migliore dei casi affidato a rottamai o collezionisti. Catorci arrugginiti dal tempo, in seguito a un accurato lavoro, ritrovavano l’antico splendore, motori ormai fermi da anni riacquistavano il vecchio ruggito, ottoni anneriti tornavano a splendere, mentre le ferite che il tempo aveva inferto alle parti lignee ricevevano le necessarie cure da parte di chi in giovane età, prima di diventare pompiere, aveva conosciuto la “bottega artigiana” ed era ancora padrone nell’arte del fare. Non fecero mancare il loro aiuto alcune aziende della zona e qualche privato che metteva a disposizione risorse utili per il recupero di questi cimeli. Alcuni anni dopo, il 22 settembre 1991, anno in cui il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco celebrava il 50° anniversario, Colangelo e Benfatti decisero di costituire una Galleria Storica Nazionale grazie alla preziosa collaborazione dei colleghi Giuseppe La Cassia, Giorgio Montanarini e Gianfranco Novanta (scomparso nel 2020), a cui si aggiunsero nel corso degli anni Erminio Bottoli, Roberto Faedo (esperto carrozziere), Giovanni Bisi, Franco Bellini, Maurizio Bellani e Giorgio Tedoldi. Questa encomiabile opera ha permesso di poter salvare dall’oblio molti di quei gioielli che oggi splendono all’interno della Galleria Storica.

UNO SPETTACOLO INDIMENTICABILE – La galleria ospita numerosi mezzi del Corpo dei Vigili del Fuoco, da quelli trainati a mano o da cavalli di metà-fine Ottocento/primi del Novecento sino ai veicoli degli anni 70 e 80 (i primi trasporti a motore, che sostituirono i carri mano e a cavalli, apparvero nel Novecento), oltre a numerosi cimeli come divise, documenti, manifesti, elmi, lampade, estintori, maschere antifumo/antigas, biciclette, modellini e molto altro ancora. Tra i pezzi più importanti della collezione, possono essere citati un OM LOC rimasto ormai un esemplare unico, un carro lettiga risalente alla battaglia di Solferino e un paio di “autocarrette” della SPA (Società Piemontese Automobili) della quale fu ragioniere e meccanico il grande Vincenzo Lancia. Purtroppo in questi 30 anni alcuni degli interpreti di questo miracolo (a cominciare da Bruno Benfatti e Gianfranco Novanta) sono venuti a mancare. La disponibilità dei singoli, soprattutto i protagonisti della fase iniziale, comincia a ridursi anche a causa dell’innalzamento dell’età. Diventa pertanto fondamentale il saper coinvolgere le nuove generazioni di Pompieri e appassionati in questa opera di volontariato, nel ricambio di uomini impegnati in questa indispensabile attività di tutela delle diverse testimonianze storiche, un patrimonio che non può assolutamente andare disperso. È pertanto necessaria una fusione intergenerazionale di persone che abbiano a cuore la propria storia, nella coscienza delle fatiche e sacrifici dei tanti che li hanno preceduti e nella consapevolezza che una corretta lettura del passato è la base essenziale per la costruzione di un migliore futuro.

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