Di Daniele Pizzo
Pensi all’America e non puoi che pensare a loro, ai mitici “musoni”. Come i Kenworth e i rivali Peterbilt, simbolo della “trucking culture” americana. Non è un caso quindi che entrambi i marchi siano finiti tra la metà degli anni 40 (la Kenworth) e la fine degli anni 50 (la Peterbilt) sotto l’ombrello dal gigante americano dei veicolo pesanti Paccar, oggi proprietario anche del marchio olandese Daf. Fondata nel 1923 da Frederick Kent ed Edgar Worthington (il nome “Kenworth” deriva dalla fusione dei loro cognomi), la Kenworth nel 1961 rinnovo la sua gamma varando quello che ancora oggi e il suo modello di punta e insieme il più rappresentativo dello “yankee style”: il Kenworth W900. Fu un successo talmente grande che consenti al costruttore di Kirkland di raddoppiare i volumi delle vendite, e ancora oggi, dopo 60 anni, e la sua ammiraglia indiscussa. Rappresenta infatti il modello piu longevo nella categoria degli “heavy trucks” made in USA, tanto che e ancora in produzione nella versione W900L che affianca la sua evoluzione W990.
UN AUTISTA “GLOBETROTTER” – Il Kenworth che vi presentiamo e uno di questi: e un W900L del 1994, che appartiene allo svizzero Ferdy De Martin, appassionato autista, cultore di veicoli pesanti con una particolare predilezione per i viaggi intercontinentali, una passione che documenta minuziosamente sul sito www.toprun.ch che ha creato nel 1999, diventato nel tempo una fonte di riferimento per gli appassionati di tutto il mondo alla ricerca di informazioni sui viaggi più avventurosi in camion. Il signor De Martin e un assiduo frequentatore dell’Italia, grazie all’amicizia ormai ventennale che lo lega a Roberto Cabiati, presidente della Associazione Italiana Trasporti d’Epoca (A.I.T.E.) e suo primo contatto con gli appassionati italiani. Ferdy De Martin non è un collezionista, ma un espertissimo autista tuttora in servizio con molte “medaglie al valore” che può appuntarsi orgogliosamente sul petto.
ECLETTICO – La sua storia vale la pena che sia raccontata: oggi 57enne, ha iniziato a lavorare alla fine degli anni ‘70 come apprendista meccanico di autocarri presso la scuola tecnica svizzera. La sua passione lo porta a cercare e trovare lavoro come autista presso un’importante azienda di autotrasporti elvetica che effettuava viaggi in tutta Europa, ma anche nei Paesi dell’Est, Turchia e Africa del Nord. Fa volentieri quelle rotte in quanto, fin da ragazzino, è affascinato dai territori che quei mezzi e i loro autisti attraversano. Dopo otto anni decide di cambiare, ma la voglia di avventura e intatta, anzi cresce! Così cambia continente e trascorre un anno e mezzo in Africa, come autista per la Croce Rossa Svizzera tra Kenya, Sudan e Somalia, dove trasporta aiuti umanitari. Nei primi anni ‘90 smette di fare l’autista in quanto ha la fortuna di entrare a far parte di una grande e importante azienda svizzera con la mansione di tecnico, la sua prima e grande passione.
IL KENWORTH – L’interesse per i camion di tutto il mondo lo spinge ad acquistare questo Kenworth W900L del 1994, equipaggiato con motore Detroit Diesel C60 da 525 CV e cambio Fuller a 13 marce non sincronizzate. All’epoca era offerto anche con propulsori CAT o Cummins e con cambi a 9, 10, 15 e 18 rapporti. Il W900L differisce dagli altri componenti della famiglia W900 dell’epoca (W900B standard, lanciato nel 1982, e W900S, in produzione a partire dal 1987) principalmente per il cofano motore più lungo e dalla sezione piu stretta, per una lunghezza totale della carrozzeria che passa da circa 3,05 metri a 3,30 metri. Il W900L fu invece introdotto nel 1989 con la versione “James Bond Limited Edition” celebrativa del film 007 – Vendetta privata per poi diventare una variante prodotta in serie della famiglia W900. Il suo stile più classico e retro, grazie anche alle generose cromature su paraurti frontale, serbatoi, scarichi, filtri aria, parasole e luci di ingombro, ne decretò un grande successo, tanto che – come detto – e tuttora in produzione e anzi rappresenta ancora oggi il modello più venduto della Casa americana, apprezzato anche dai “padroncini” d’Oltreoceano.
IL BISONTE DELLE PISTE – Il Kenworth del signor De Martin e equipaggiato con un semirimorchio acquistato e allestito dall’Asta Car di Bertinoro (tra Forlì e Cesena), azienda d’eccellenza italiana che dal 1981 si e specializzata nella costruzione di controtelai, cassoni, centine e ribaltabili e che dai primi anni 2000 ha ampliato il proprio mercato allestendo motorhome ed hospitality destinati al settore motorsport e delle competizioni sportive in genere. Tra i suoi clienti vi sono i maggiori team e aziende del settore degli sport motoristici. Questo semirimorchio può trasportare tre auto da corsa ed e dotato di un salottino con tutti i comfort, utilizzato dai piloti e dallo staff durante i weekend di gara. Il semirimorchio di Ferdy è un po’ più corto rispetto al normale, in modo che trattore e semirimorchio non superino i 16,50 metri di lunghezza massima ammissibile in Svizzera. Fino al 2019 Ferdy ha girato i circuiti di tutta Europa per l’ANTeam di Friburgo, un team svizzero assai prestigioso che possiede diverse decine di auto da corsa contemporanee e d’epoca. L’ANTeam ha schierato, principalmente nelle serie Gran Turismo europee, un’altra icona del motorismo americano: la Dodge Viper, nella versione da corsa SRT GT3-R, il cui marchio adorna le fiancate del suo Kenworth
TRA BOLIDI E CAFFÈ – Quando non trasporta auto da corsa Ferdy e al servizio di un’azienda molto importante, la Lattesso, azienda elvetica che produce caffè freddo al 100% naturale, che e anche sponsor delle attività sportive del team con cui Ferdy collabora. Il W900L di questo autista giramondo non è un pezzo da collezione, perché viene utilizzato con una certa frequenza: mediamente percorre 50.000 km all’anno principalmente fra Svizzera e Germania, partecipando anche a eventi promozionali vari, in particolar modo per la Lattesso. Caratterizza il W900L del signor De Martin anche la cabina AeroCab (la versione più aerodinamica) con le ampie finestrature superiori che la rendono molto luminosa. Il layout e del tutto simile a quello odierno, ma questa in particolare e tutta imbottita in cuoio e ha un materasso da 110 cm di larghezza, oltre a essere dotata di frigo, climatizzatore/riscaldamento e di tutti gli altri accessori che servono nella vita da trasportatore.
COME SI GUIDA UN “MUSONE” USA? – Dopo averlo ammirato in tutta la sua imponenza, ci siamo chiesti: come sarà guidarlo, in particolare sulle strade europee, visto che e stato concepito per le highways americane? Il signor Ferdy De Martin ci ha illustrato pregi e difetti. Tra i primi c’è sicuramente il suo “canto”: il suo proprietario ama sentire soffiare la turbina e tiene giù il finestrino anche in inverno per sentirla meglio. Non meno piacevole per il suo proprietario e l’uso del cambio Fuller, che definisce roba da veri autisti: saper cambiare senza grattare con questo tipo di trasmissione e un talento, che o ce l’hai o non ce l’hai. Ma Ferdy padroneggia quest’arte in maniera eccellente, per cui per lui maneggiare la lunga leva del Fuller rappresenta un piacere autentico. Un’altra emozione che si prova a bordo del W900L, quando si ha il finestrino aperto, e quando si rallenta ed entra in funzione il freno motore “Jake Brake”: “Urla e crepita come una mitragliatrice dalle marmitte verticali laterali che si trovano proprio a pochi centimetri dai finestrini”, afferma soddisfatto. Difetti? A sorpresa, il posto di guida, che non è dei più abbondanti: si potrebbe pensare che sia dimensionato per accogliere i “classici”, corpulenti trucker americani, invece persino Ferdy, che pesa 80 kg ed è alto 1,75 metri, lo trova un po’ stretto.
OCCHIO AL CASELLO! – I “musoni” americani di Classe 8 sono poi assai difficoltosi da guidare soprattutto nelle strade normali, per non parlare delle vie cittadine. Al semaforo l’auto che hai davanti sparisce dietro l’enorme cofano e bisogna stare attenti a mantenere una certa distanza, con la speranza che qualche motociclista o conducente con il monopattino non si inserisca fra te e l’auto in quanto il rischio di travolgerlo e assai probabile. Chi guida un musone come quello di Ferdy deve saper anticipare le manovre. A una rotonda di quelle strette, per via del ridotto raggio di sterzo, si deve calcolare bene i tempi e gli spazi da impegnare prima, durante e in fase d’uscita, se si vuole evitare di salirci sopra con il semirimorchio o per non urtare l’angolo anteriore destro. In autostrada invece le difficoltà maggiori sono ai caselli, che sono rimasti a misura delle dimensioni degli autocarri degli anni ‘60. Quando ci si avvicina alla corsia di canalizzazione si deve prestare la massima attenzione a centrarla correttamente, in quanto quando ci sei entrato non riesci a vedere la distanza dai guardrail. Quando poi si effettua il pagamento, il muso del camion e praticamente contro alla barriera, che tra l’altro non vedi.
UNA STAR A MUSO LUNGO – A ripagare Ferdy da tutte queste fatiche ci sono però i sorrisi della gente che lo incontra. Ogni fermata in autogrill e un evento che suscita e scatena una raffica di fotografie, mentre in movimento sono tantissimi gli automobilisti, camionisti e pedoni che gli chiedono di dare fiato alle grosse trombe ad aria. Anche la polizia e più benevola se si guida questo bisonte yankee: Ferdy ci racconta che gli agenti delle sue parti lo fermano non tanto per verificare la regolarità del trasporto, quanto per ammirarlo da vicino e scattare qualche selfie. Sono gli effetti indesiderati dell’essere una… star!
vorrei un camion americano
bello grande grande
Bellissimo….li amo i musoni americani….ne avevo visto uno in Sardegna una volta…un kenworth bianco….stupendo.
Piu foto