Disposizioni anti cabotaggio, distacco internazionale, riposo in cabina… l’Europa dell’autotrasporto cerca di darsi nuove regole e più tutele per i camionisti, ma i Paesi dell’Est si difendono e noi rischiamo di rimetterci.

18 Febbraio 2019 di redazione

Faccia a faccia, noi contro di loro

Disposizioni anti cabotaggio, distacco internazionale, riposo in cabina… l’Europa dell’autotrasporto cerca di darsi nuove regole e più tutele per i camionisti, ma i Paesi dell’Est si difendono e noi rischiamo di rimetterci.
Ormai, in Europa, per quello che riguarda l’autotrasporto ci sono due partiti. Da una parte sono schierati i Paesi dell’Est, Polonia e Bulgaria in testa, che si mettono di traverso ogni volta che si prova a dare nuove regole al settore e più tutele ai camionisti. Dall’altra, ci sono Paesi come Francia, Germania, Olanda, Belgio e Italia che cercano di difendere il proprio autotrasporto. Vediamo i fatti…

Europa: il pacchetto mobilità

La prima, evidente frattura, si era vista a giugno 2018, con il Pacchetto Mobilità bocciato per l’opposizione del cosiddetto Gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) che era riuscito a rimettere in discussione tutto: regole sul riposo, norme sul distacco e tutele contro le pratiche illegali nei trasporti. Un atteggiamento che a molti, dalle nostre parti, era apparso come uno schiaffo in faccia a tutti i lavoratori. Ai primi di dicembre c’è stato il secondo capitolo. La Commissione si è riunita e si è parlato di tachigrafo intelligente ma anche, di nuovo, di cabotaggio, introducendo nuovi limiti e controlli, e si è parlato di vietare il riposo in cabina, obbligando l’autista a tornare a casa nei fine settimana. Infine si è parlato di regole sul distacco. Insomma, si è parlato di tante belle cose. Era ora! Abbiamo pensato, e invece… Le regole sul distacco transnazionale e quelle sul riposo sono state messe da parte. Restano quelle sul cabotaggio, che non bastano a combattere il dumping sociale di cui sono vittime i nostri autotrasportatori.
La proposta approvata prevede che un veicolo che entra in un altro Stato per un trasporto internazionale può svolgere attività in quel Paese per 3 giorni, poi deve tornare presso la sua sede di provenienza e non può compiere altro cabotaggio per almeno 60 ore. Inoltre, tutti i camion devono caricare o scaricare almeno una volta ogni 4 settimane nello Stato del quale portano la targa. Poi, per contrastare le letter box, ossia le società aperte nei Paesi che hanno tasse e contratti più favorevoli alle aziende, gli autotrasportatori devono dar prova che lavorano anche e soprattutto nel Paese dove hanno sede. Ma non è tutto…

 

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