L'autotrasportatore è uno di quei lavori che nessuno vuole più fare

14 Settembre 2019 di redazione

Giampietro Massetti responsabile operativo di una società di autotrasporti nel Bergamasco, racconta alle pagine del Corriere della Sera quella che per il settore dell’autotrasporto è una sorta di “crisi economica al contrario”: il lavoro non manca, quello che manca sono le risorse. L’azienda dell’uomo ha una flotta di cinquanta mezzi, di cui dieci sono fermi per mancanza di autisti.

Autotrasportatore: il lavoro che nessuno vuole più fare

Possiamo dire che l’autotrasportatore è uno di quei lavori che nessuno vuole più fare. Massetti racconta al Corriere che dietro a questo lavoro ci sono troppi sacrifici che spingono molti giovani a gettare la spugna ancora prima di iniziare. “Sono cinque notti fuori casa e questo delle trasferte settimanali mette subito in crisi gli aspiranti autisti“. La vita dell’autista non è semplice: partenza di lunedì intorno alle tre di notte, e ritorno a casa solo il venerdì sera.  Certo, la contropartita economica non è da sottovalutare; in media un autista percepisce tra i 2200 e i 2500 euro al mese, fino ai 4 mila euro di un autotrasportatore esperto.
Eppure gli addetti mancano; Doriano Bendotti, segretario provinciale della Federazione Autotrasportatori di Bergamo, afferma che “se dovessero presentarsene 500 in questo momento verrebbero tutti assunti. Subito“. Non solo una vita difficile ma anche una trafila burocratica lunga e complessa che scoraggia molti dall’intraprendere questa carriera. Senza contare i costi elevati, circa 6 mila euro, necessari per ottenere le certificazioni necessarie.  

Fonte il Corriere della Sera

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