7 Aprile 2021 di Alessandro Bottero

«Il nostro mezzo più vecchio ha 3 anni, anche i semirimorchi sono tutti recentissimi e da poco abbiamo comprato uno Chereau frigo che non ha paragoni».

 Comincia così la presentazione di Enrico Aloisi, 35 anni, di Verona, una moglie, un figlio, più un altro in arrivo, titolare di un’azienda di 4 camion, nuovissimi, tecnologicamente all’avanguardia, arricchiti da ogni genere di optional e tutti al top della gamma. «Abbiamo solo Scania della serie S – continua Enrico – un 500, un 520, un 730 e infine questo 650, che ho fatto aerografare con uno dei temi che mi interessa di più, il lato oscuro delle nostre vite». 

UN’AZIENDA CHE FUNZIONA

«La ditta – dice Enrico – l’ha cominciata mio padre nel 1985. Lui non ha mai avuto una grande passione per i camion e invece a me è venuta così, in modo naturale, e infatti ho cominciato subito a fare l’autista. Poi, nel 2009, mi sono inserito nell’azienda di famiglia». E da allora gli Autotrasporti Aloisi sono cresciuti. «Oggi – continua il nostro amico – facciamo l’internazionale: all’andata, all’80%, portiamo frutta e verdura. Carichiamo a Verona presso un commerciante importante, e arriviamo in Olanda o a Maastricht o a Rotterdam. In alcune occasioni, portiamo su anche carne. In ogni caso, comunque, scarichiamo e torniamo giù con carni appese, che sono ballerine e che, per questo, richiedono semirimorchi di alta qualità. 

IL DARK ANGEL

Ma da dove nasce questa passione per gli argomenti neri che Enrico Aloisi ha trattato sul suo S650? C’è una storia antica. «Quando facevo l’autista – racconta – viaggiavo su un camion decorato che aveva fatto un artista che si chiama Mario Zanardi. Il suo lavoro mi era molto piaciuto e così lo avevo rintracciato per chiedergli qualche intervento su un altro camion. Non ci siamo mai visti, ma gli ho fatto fare uno Scania R560 che girava sempre sugli stessi argomenti: era il DarkAngel, che aveva a destra e a sinistra un terribile angelo nero. «Una volta – racconta – vado in Brasile e incontro un italiano, con il quale parlo, rido, faccio amicizia e alla fine scopro che è Mario Zanardi. È una coincidenza incredibile: abbiamo vissuto per anni a due passi e ci siamo incontrati a migliaia di chilometri di distanza. A quell’epoca lui vive laggiù e non ci pensa proprio di tornare in Italia. Io lo prego, gli dico che devo fare un altro camion e lui mi risponde di no». Invece, il destino vuole che le cose vadano diversamente.

ORMAI SIAMO AMICI

«Alla fine – continua Enrico – Zanardi è tornato e gli ho subito portato il mio camion. Abbiamo parlato, gli ho spiegato quello che volevo e lui, in una settimana, si è dato da fare e ha realizzato questa decorazione che a me sembra perfetta. Ormai siamo amici, ci vediamo spesso, andiamo a cena insieme e questo S650 mi sembra anche il risultato di un’intesa tra due persone che sono sulla stessa lunghezza d’onda». E allora, è arrivato il momento di girare pagina e di guardare da vicino questo camion che sembra davvero nuovo e interessante.

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