Di Andrea Macchioni
“Uè guagliò!” era il saluto che si sentiva sempre rivolgere dai suoi colleghi Sergio Boniotti quando con il suo vecchio Scania, personalizzato in modo un po’ eccessivo, si fermava nelle aree di sosta delle autostrade. Bresciano di nascita e titolare della Paterlini Trasporti di Rovato, in provincia di Brescia, si rese conto divertito che quell’appellativo era dovuto all’allestimento del camion che tradiva presunte origini meridionali del suo proprietario. Il pensiero di quel nomignolo non lo ha mai abbandonato e, acquistato un nuovo Scania S 650, ha deciso di dare continuità a quella suggestione pensando a una personalizzazione “Made in Sud”. Un “divertissement” nato in collaborazione con la Scania di Trento che ha realizzato la colorazione de “Il Padrino”, un nome altisonante scelto per evocare con umorismo l’estetica meridionale.
LIVREA BY SCANIA ATELIER – Pronto per la consegna, il nuovo Scania S 650 di Sergio Boniotti ha sostato ancora 10 mesi nella sede Scania di Trento per la realizzazione della livrea personalizzata. Acquistato con colorazione originale nera, Sergio si è fatto affiancare dai designer di Scania Atelier, il centro stile del marchio del grifone, che realizza camion in edizione limitata e allestimenti esclusivi personalizzati sulla base delle richieste del cliente. La vernice verde originale Scania, scelta come colore base della personalizzazione, è stata modificata per conferire un effetto iridescente verde-blu-viola, tinte che sfumano una sull’altra in base all’inclinazione dei raggi solari. Su questa colorazione sono stati aggiunti dei glitter oro che rendono ancora più patinata la realizzazione. Sergio Boniotti aveva le idee molto chiare sulla veste che doveva avere il nuovo S 650 e ha collaborato attivamente con gli esperti Scania affinché il risultato finale lo soddisfacesse: «Quando ho illustrato il mio progetto a Scania si sono messi le mani nei capelli, ma con professionalità e disponibilità hanno assecondato tutte le mie richieste», sottolinea Sergio.
ACCIAIO E LED – “Il Padrino” ha ora una livrea importante che merita di essere vestita con accessori e rifiniture che rendano ancora più forte la sua personalità. Con questa mission Sergio Boniotti si è rivolto alla Discio 3f Truck di Castiglione delle Stiviere (MN), azienda specializzata nell’allestimento e nella vendita di accessori per camion, pick-up e autocaravan. Gli interventi hanno riguardato l’inserimento di parti in acciaio cromato e l’installazione di 300 led bianchi, rossi e verdi, che corrono su tutto il profilo dell’S 650 e sostituiscono integralmente i gruppi ottici posteriori. Lo scarico è stato modificato con un impianto a 10 uscite, 5 per ciascuno dei due laterali.
DUE ALI PER VOLARE – Se la livrea de “Il Padrino” non passa inosservata, anche l’interno della cabina non è da meno. Gli interventi sono stati realizzati dalla Enjoy Driving di Ongarie (TV), specializzata in allestimenti interni per automezzi. Sergio Boniotti ha scelto per la tappezzeria e i rivestimenti due tonalità di verde, un verde acqua e un verde più scuro. Il layout della plancia e i comandi sono quelli originali Scania. L’unica modifica apportata è stato il potenziamento dell’impianto stereo di serie con nuovi amplificatori e un sistema di diffusori Hertz a 16 altoparlanti. Fiore all’occhiello del nuovo allestimento è lo stemma delle due ali posizionato sulla parete posteriore della cabina. Si tratta di una rivisitazione del logo della Bentley, sul quale – dietro suggerimento di Sergio – è stata sostituita la “B” del prestigioso brand inglese con il logo V8 Scania, la tecnologia principe del Marchio.
PROTAGONISTA DEI PADDOCK – L’opera di restyling è stata eseguita prima ancora che l’S 650 venisse targato e messo in strada a macinare chilometri. Con una personalizzazione così accurata e rifinita, il proprietario ha pensato per il nuovo Scania un utilizzo prettamente autostradale e che non metta a dura prova il mezzo, evitando cantieri e trasporti di materiali impegnativi che lo possano danneggiare. «Avendo nella mia azienda una flotta di 10 camion posso delegare il ‘lavoro sporco’ agli altri mezzi», afferma il trasportatore bresciano. Sergio Boniotti affianca alla sua principale attività di titolare della Paterlini Trasporti quella di trasportatore nel settore del motorsport. Si occupa infatti di condurre a destinazione auto da corsa e motorhome nei principali autodromi europei, e questo sarà l’utilizzo che farà de “Il Padrino”, sicuro che la sua livrea non passerà inosservata all’interno dei paddock. Tra i suoi clienti figurano Rossocorsa Racing, il reparto corse specializzato nella gestione e sviluppo di Ferrari da competizione, e Honda Italia, impegnata nelle competizioni Granturismo. Ha partecipato alla 24 Ore di Le Mans e anche alle Finali Mondiali del Ferrari Challenge al Mugello, lo scorso novembre.
LA PATERLINI TRASPORTI – L’azienda di Sergio Boniotti ha una lunga storia e si occupa del trasporto di materiali siderurgici e rifiuti di lavorazione di acciaierie e fonderie, in particolare alluminio, rame e ottone. Nel corso degli anni ha acquisito le autorizzazioni per il trasporto dei rifiuti e le certificazioni ISO 9001, la norma che attesta la qualità dell’azienda e la tracciabilità dei servizi forniti, e la certificazione ISO 14001, lo standard che regola e definisce i requisiti di un sistema di gestione ambientale. In azienda, inoltre, è presente il consulente ADR che si occupa del controllo e degli adempimenti nelle attività che hanno a che fare con il trasporto di merci e rifiuti pericolosi ed è disponibile anche per assistenze esterne. I clienti della Paterlini sono le principali aziende del settore del Nord e del Centro Italia. Sergio Boniotti dirige l’impresa insieme alla moglie e socia Stefania Paterlini, che ha ereditato l’attività di famiglia dal padre Egidio. In azienda è impiegata anche Gaia Boniotti, sorella di Sergio, che si occupa della logistica.
70 ANNI DI STORIA – Un carretto trainato da un mulo è stato il primo mezzo che Giuseppe Paterlini, nonno di Stefania, ha utilizzato per trasportare cibi e beni di prima necessità nella zona di Collio, in provincia di Brescia. Nei primi anni 40 la sua attività si diversifica e viene chiamato a lavorare per la miniera di Torgola a Bovegno per il trasporto dei materiali di estrazione verso le fabbriche di lavorazione. In quegli anni fanno la comparsa i primi autocarri e Giuseppe decide di acquistarne uno per svolgere con più efficienza il proprio lavoro. Nel frattempo il figlio Egidio si appassiona all’attività e, nel 1970, decide di mettersi in proprio separandosi dal padre e dai fratelli. Il volume di lavoro inizia a crescere. Il padre di Stefania acquista altri mezzi e sposta la sede a Rodengo Saiano dove allestisce un deposito per il ricovero degli autocarri. Nel 2009 la sede viene nuovamente spostata a Rovato, nella zona industriale, vicino allo svincolo autostradale che permette di gestire il flusso di lavoro con maggiore comodità, su un’area di 2000 mq che comprende uffici, capannone adibito a deposito mezzi e parcheggio per lo stivaggio dei rimorchi. Nel 2010 Egidio lascia l’attività alla figlia Stefania e a sua marito Sergio, che continuano con passione e determinazione a far crescere l’azienda, acquisendo nuovi clienti e ampliando la flotta da 8 a 10 mezzi.
IN VIAGGIO TRA L’ITALIA E L’EUROPA – I camion dell’azienda bresciana operano per l’80% nel Nord Italia, muovendosi in tutte le direttrici del settentrione e saltuariamente si spingono più a Sud, verso la Toscana e Roma. Sergio effettua i suoi trasporti generalmente in un’unica giornata lavorativa, gli capita raramente di fermarsi per la pausa notturna e ripartire il giorno dopo. La percorrenza media giornaliera dei suoi camion non è quindi particolarmente elevata: circa 300 km al giorno. Dalla chiacchierata con lui emerge il suo disappunto per il traffico che i trasportatori incontrano percorrendo le principali autostrade italiane, un flusso continuo che condiziona la qualità del suo lavoro: «Quando sei sulla Milano-Venezia o sulla Milano-Torino passi la giornata in coda. Questo non capita quando sei all’estero. In Francia, Spagna, Olanda, raramente accade di rimanere bloccati in fila. Il traffico c’è ma è sempre molto scorrevole», ci dice contrariato Sergio, che sa bene di cosa parla. La sua attività nel motorsport, infatti, gli ha permesso di verificare le differenze tra le autostrade italiane e quelle straniere, dove le sue destinazioni sono i principali autodromi europei. Apprezza molto la tratta tra Barcellona e Valencia per la qualità dei servizi che offre l’autostrada, così come ama spingersi fino a Portimão in Portogallo, località dove ha sede l’Autodromo Internazionale dell’Algarve. Questi tragitti gli permettono anche di mettere alla prova e di verificare le caratteristiche meccaniche del veicolo che sta guidando: «Quando affronto un’autostrada francese posso sfruttare tutti i cavalli e capire fino a che punto posso spingermi. Solo in queste circostanze mi rendo conto del tipo di camion che sto conducendo e delle sue caratteristiche, valutare i pregi e i difetti, e fare il confronto con altri mezzi. In Italia, a parte la tratta degli Appennini, questo è impossibile: in pratica un mezzo vale l’altro». Bene a sapersi! Appena “Il Padrino” sarà in strada e inizierà a calcare la rete delle autostrade europee torneremo da Sergio per farci dire come si sarà comportato!