Dopo il disastro di Genova, sono stati vietati al traffico eccezionale molti viadotti e questo ha creato gravi problemi all’intero settore, come ci racconta Massimo Lenzi. 

31 Ottobre 2018 di redazione

La crisi del trasporto eccezionale

Dopo il disastro di Genova, sono stati vietati al traffico eccezionale molti viadotti e questo ha creato gravi problemi all’intero settore, come ci racconta Massimo Lenzi. 

C’è un’altra vittima provocata dalla tragedia del ponte Morandi: il trasporto eccezionale. Molte aziende di questo settore, infatti, vivono un momento difficile. Tutto comincia dal fatto che le amministrazioni delle strade e delle autostrade hanno approfondito i controlli su ponti e viadotti scoprendo molte situazioni preoccupanti. Così, anche a causa dell’età avanzata delle strutture in cemento armato, un carico eccezionale ha  solo raramente il permesso di passare su un viadotto. Ci siamo fatti spiegare questa nuova emergenza da Massimo Lenzi, 52 anni, amministratore di LM Lenzi Trasporti, di Altopascio (Lucca).

La crisi del trasporto eccezionale: leggi e burocrazia

«Fino alla tragedia di Genova – dichiara Lenzi – abbiamo lavorato seguendo regole complesse, ma chiare. Per andare da Genova a Monfalcone, per esempio, c’era bisogno di 6 autorizzazioni, perché si passa per sei tratte autostradali che devono dare ciascuna il proprio benestare, ma poi c’è bisogno dell’autorizzazione dell’Ente porto e del comune di Genova e infine, quando si arriva a Monfalcone, ci sono altri permessi, altre autorizzazioni che creano davvero molti problemi. Eppure, nonostante tante difficoltà, noi abbiamo realizzato trasporti impegnativi e complessi. E qui Massimo Lenzi ci racconta di quando ha portato due escavatori, uno da 50 tonnellate e un altro da 60, che dovevano essere caricati su un Antonov, noleggiato da un grande spedizioniere internazionale. La difficoltà era ottenere i permessi per entrare all’aeroporto di Malpensa, non solo con i camion che portavano gli escavatori, ma anche con il personale, gli autisti e i tecnici, che dovevano essere controllati dalla polizia e dall’anti-terrorismo. Insomma, si tratta di trasporti per i quali occorre una grande professionalità ma che, in fondo, sono anche emozionanti. Solo che adesso stanno diventando impossibili…

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