Che cosa produce lo stress nell’organismo di un camionista che lavora tanto e che, quando lascia il volante, si sente esaurito e spremuto fino all’ultima goccia?

26 Ottobre 2019 di redazione

Che cosa produce lo stress nell’organismo di un camionista che lavora tanto e che, quando lascia il volante, si sente esaurito e spremuto fino all’ultima goccia?

Fare il camionista, una volta, era considerato un mestiere faticoso per i muscoli, oggi invece è pesante per la mente e un autista, dopo una giornata al volante, si sente proprio come un limone spremuto. 

Il lavoro del camionista è faticoso, lo sanno tutti, ma nel corso degli anni la fatica è cambiata. Una volta ci volevano buoni muscoli, perché non c’era il servosterzo e non c’erano nemmeno i muletti per caricare o scaricare. Adesso, rispetto ai vecchi camion, gli autisti guidano fantastiche astronavi, eppure il loro lavoro si è fatto ancora più pesante. Perché è arrivato lo stress, che forse non stanca i muscoli, ma certamente succhia l’anima. Così, quando si arriva a casa, ci si sente come limoni spremuti. Cerchiamo allora di capire da dove viene lo stress, che danni può creare all’organismo e che cosa possiamo

Lo stress dei camionisti: come comincia 

I tempi di lavoro e di riposo, che non sempre coincidono con quelli fisiologici, la guida notturna, gli ingorghi, i ritardi nelle consegne o nello scarico, la concorrenza degli autisti dell’Est e perfino il cattivo tempo sono tutti fattori di stress. Che non passa se non dopo un bel turno di riposo, che però nessun autista e nessun padroncino possono permettersi. Così, lo stress comincia a creare i primi problemi. Si tratta di un meccanismo complesso che ci spiega Alberto Reggelli, professore di psicologia del lavoro all’Università della West Virginia. «Quando si comincia a lavorare – ci spiega – si prova sempre una sensazione di entusiasmo, ma per un camionista, le difficoltà e il malumore arrivano presto, cioè quando le esigenze professionali mettono in crisi la vita privata. I padri accompagnano spesso i figli a scuola, ma quando questo non è possibile perché si parte alle tre del mattino, l’entusiasmo comincia a scemare». Insomma, il fatto di essere sempre lontani può creare ansie e problemi. «I ritmi di lavoro – continua Reggelli – trasformano tutti in robot, e se questi ritmi continuano ad aumentare, il corpo dice stop. In molti casi, i camionisti americani hanno addirittura difficoltà ad alzarsi dal letto e lo stesso vale per quelli europei».

Lo stress dei camionisti: di cosa si tratta 

Esistono due categorie di stress: se ci troviamo in una situazione difficile una volta sola e per un tempo limitato, possiamo parlare di “stress acuto”, se invece le difficoltà durano nel tempo, siamo di fronte a uno “stress cronico”, che è prevalentemente quello dei camionisti. «Questo stress – dichiara ancora Reggelli – dura a lungo, colpisce diverse aree della vita e, a un certo punto, diventa un vero e proprio ostacolo alla realizzazione di obiettivi personali. Infine, se lo stress peggiora nel corso del tempo, può portare a un abbassamento delle difese immunitarie e finisce per aumentare le possibilità di ammalarsi». 

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