Abbiamo incontrato Luigi Saretto, ex camionista di 53 anni, che ha dovuto lasciare il volante per gravi problemi alla schiena.

27 Giugno 2019 di redazione

Abbiamo incontrato Luigi Saretto, ex camionista di 53 anni, che ha dovuto lasciare il volante per gravi problemi alla schiena.
Ecco la sua storia e le sue raccomandazioni.
Prevenire è meglio che curare e, a sentire la storia di Luigi Saretto, sembra proprio che sia vero. «Oggi – ci racconta – ho 53 anni e sono dovuto scendere dal camion. La colpa è tutta della schiena, perché a causa del mio lavoro mi è venuta una malattia professionale che non sono riuscito a sconfiggere ». 

Con la schiena spezzata: un camion troppo duro 

Per un certo periodo della sua vita, Luigi guida un camion degli anni ’80. «Era duro – spiega – aveva sedili scomodi, sospensioni scadenti e, quando scendevo alla fine della giornata, mi faceva male tutto. Però, dopo un po’, mi passava e non ci pensavo più, avevo 28 anni. E invece è cominciato tutto da lì». Dopo qualche tempo, Luigi trova lavoro con un altro trasportatore, che faceva viaggi internazionali. «Avevo uno Scania R450 – ricorda – uno stipendio buono e andavo spesso in Germania. Fu proprio lì che cominciarono ad arrivarmi dolori sempre più forti. Prima alla schiena, poi scesero fino alla gamba. Tanto che alla fine non ce la facevo più a camminare». Così, Luigi torna in Italia e i medici gli dicono che ha un’ernia del disco con “protrusione”. Si ricovera in ospedale, si opera e sembra che vada tutto bene, e invece, dopo una grave infezione da stafilococco da cui esce con il fisico piuttosto provato, scopre che fa parte di quel 2-3% di pazienti che hanno una recidiva. «A mano a mano che vado avanti – spiega – mi accorgo che non riesco più a guarire… che faccio parte di quello 0,1% di casi che, dopo un’operazione di ernia, non tornano più gli stessi. E così scendo dal camion e finisco a lavorare nell’azienda di materiale elettrico di un parente».
«Oggi – conclude il nostro amico – quando vedo passare un camion, mi viene una gran tristezza. Mi sembrava di essere libero, di potere fare tutto, e invece mi sono rovinato con le mie mani. E allora voglio ricordare a tutti i camionisti che la schiena è importante… che bisogna fare ginnastica, nuotare a dorso e che, per prevenire, bisogna muoversi… e mangiare poco!»

 

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