24 Marzo 2021 di Alessandro Bottero

Torniamo a parlare del MAN TGX, da noi esaminato in una guida di prova sull’autostrada.
Già detto della posizione di guida, comincio dal volante che presenta a destra i controlli del cruise control con le altre regolazioni (tante), dalla distanza dal veicolo che precede per il radar al vivavoce del telefono; mentre a sinistra ci sono quelli per la radio, i comandi vocali ecc. Già da qui si potrebbe avere tutto il TGX sotto controllo, ma al resto pensa il joystick con le sue due ghiere e le traslazioni nelle diverse direzioni per accedere a tante altre informazioni di cui si potrebbe avere bisogno e anche ad alcune che proprio non vi immaginavate, ma lì le trovate. I due monitor si ispirano alle ultime tendenze del mondo automotive e completano alla grande le dotazioni. Il motore è il conosciuto D26 turbodiesel Euro 6d da 510 cv nella sua più recente evoluzione, coadiuvato dal cambio automatizzato TipMatic a 14 marce (12 più due primini) accoppiato con un retarder a sei posizioni, supportate nelle ultime dal freno motore: accelerando si disinserisce automaticamente, così come il freno di stazionamento quando si parte, e il cruise control quando si frena, e i più distratti sono serviti. Il selettore drive/retro è sulla leva a destra del volante (la stessa del retarder) con un comando non proprio facilmente intuibile, mentre gli altri comandi sono al centro della plancia in posizione comodamente raggiungibile. Come detto, esternamente la cabina non trasmette tutta l’innovazione contenuta all’interno e il richiamo evidente alla precedente fa dimenticare che si tratta di un progetto totalmente nuovo. A una più attenta osservazione si notano però numerose raffinatezze estetiche, come i fari a led e gli estrattori aerodinamici che fanno capire l’impegno profuso anche qui. E poi, lo ribadiamo, restare fedeli al proprio design invece di “scopiazzare” i competitor è una scelta da apprezzare.

5 KM/LITRO VI BASTANO?

È il momento di mettersi in viaggio con l’occhio puntato sullo strumento dei consumi perché tutte le innovazioni sono le benvenute, ma poi è lì che si giudica un moderno truck: nelle economie di esercizio. Il lungo tratto di tangenziale milanese non sembra però voler aiutare il Man TGX: a dispetto del lockdown, il traffico è intenso e anche molto caotico, con il radar che per rispettare la distanza dal veicolo che precede ci costringe a continui rallentamenti e riprese che incidono inevitabilmente sul consumo. Fortunatamente una volta raggiunta l’autostrada, dove il traffico è via via più scorrevole mentre ci si allontana dall’hinterland milanese, riusciamo a rientrare un po’ in una media accettabile, considerando le condizioni iniziali. Nel secondo tratto è invece la morfologia del percorso a mettere alla frusta il Man TGX, da Sesto Calende verso Alessandria, dopo un tratto iniziale in salita, è un continuo saliscendi dove il cruise control adattivo si destreggia molto bene: sfruttando l’abbrivio poco prima dello scollinamento e “veleggiando” in folle in discesa, i consumi rientrano in valori di livello assoluto, complice anche un traffico praticamente inesistente, sebbene alcune deviazioni per lavori pregiudicano una marcia regolare. Dallo svincolo per Milano e il ritorno verso la metropoli, nonostante un traffico un po’ più intenso, ma con un percorso perfettamente pianeggiante, riusciamo a mettere a segno la prestazione migliore abbattendo il muro dei 5 km/litro. Anche sulla strada il nuovo Man TGX 18.510 “International Truck of the Year 2021” ci ha convinto.

Parte 1: https://professionecamionista.it/allultima-goccia-man-tgx-18-510/

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