Stiamo vivendo in una situazione particolarmente difficile, nella consapevolezza che la transizione ecologica non sarà a buon mercato. Ogni cambiamento comporta dei sacrifici, tuttavia intraprendere la strada della decarbonizzazione per un settore come quello del trasporto su gomma, significherà in ogni caso un iniziale aggravio dei costi per tutti.

20 Giugno 2022 di redazione

Di Marina Terpolilli

Stiamo vivendo in una situazione particolarmente difficile, nella consapevolezza che la transizione ecologica non sarà a buon mercato. Ogni cambiamento comporta dei sacrifici, tuttavia intraprendere la strada della decarbonizzazione per un settore come quello del trasporto su gomma, significherà in ogni caso un iniziale aggravio dei costi per tutti.

UNO SFORZO TITANICO – È uno sforzo enorme quello che si sta chiedendo al settore, considerando che negli ultimi 30 anni l’autotrasporto ha ridotto del 30% le emissioni di CO2 (rispetto al 20% ottenuto in altri settori). Ma non basta, nel 2021 il 41,1% delle imprese ha dichiarato di aver acquistato mezzi a minore impatto ambientale, come emerge dai dati Conftrasporto-Confcommercio. È necessario, tuttavia, considerare che il 97% dei camion è diesel e, sebbene i veicoli elettrici siano già disponibili sul mercato, questi sono ancora molto costosi e non in grado di svolgere in maniera totalmente efficace tutti i compiti che riuscirebbe a eseguire un mezzo equivalente alimentato a gasolio, per la scarsa flessibilità delle modalità di ricarica e la durata della stessa. Pertanto ben vengano i veicoli totalmente elettrici per usi specifici, come la raccolta rifiuti, le consegne a breve raggio e perfino per il lavoro in cava. Perché, volendo, un’azienda di trasporto (e qui tagliamo fuori tutti i “monoveicolari” e dintorni) potrebbe attrezzarsi con infrastrutture di ricarica proprie. E in questo scenario, ancora una volta sono i costruttori a farsi carico della transizione ecologica assieme ai nostri amici imprenditori.

L’IMPEGNO DELLE CASE – Quasi tutte le Case si stanno adoperando per offrire veicoli elettrici, e alcune anche ibridi. Scania ad esempio ha deciso di intraprendere un cammino di partnership con i propri clienti, non considerando la vendita del veicolo “tout court”, ma un progetto per rendere “più verde” l’intera azienda committente. Con essa elabora un progetto per realizzare anche una serie di infrastrutture atte a creare una rete efficace e produttiva. Si impegna a studiare i percorsi, la fattibilità e la redditività del progetto e, se mancano i presupposti, sono disposti a perdere la vendita del veicolo elettrico, consigliando magari soluzioni alternative, come ad esempio i nuovi veicoli “Super”, appena lanciati, equipaggiati con motori, sì diesel, ma che consumano l’8% in meno e hanno un rendimento record del 50%, appartenendo all’ultima generazione della gamma 13.0 litri che commercialmente per Scania rappresenta il 70% delle vendite in Italia, e in Europa anche di più. Con i nuovi camion elettrici, comunque, sarà possibile percorrere 300 km con carichi pesanti; secondo uno studio recente, infatti, il 50% delle merci trasportate attraverso l’Europa percorre al massimo questo chilometraggio e potrebbe già oggi essere movimentato in elettrico.

Lascia un commento

qui