Abbiamo intervistato Giovanni Dattoli, AD di Volvo Trucks Italia: “È un momento difficile, gli autotrasportatori si trovano davanti a scelte complesse e si fanno mille domande. Noi cerchiamo di rispondere con un ventaglio di proposte senza pari”
«Siamo in un momento di transizione e c’è poco da fare, questa complessità genera confusione. È una matassa che noi Costruttori dobbiamo sciogliere consentendo agli autotrasportatori di scegliere le tecnologie più amiche dell’ambiente, ma anche più convenienti per loro».
Ecco, è in queste brevi parole che troviamo gli obiettivi e la politica di Volvo Trucks Italia per il prossimo futuro. Ci spiega tutto Giovanni Dattoli, 52 anni, veronese, laureato in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano e in azienda dal 2002. Nel 2018 è diventato Amministratore Delegato, con il compito di portare avanti i valori del Gruppo Volvo, che riguardano da sempre, l’ambiente, la sicurezza e la qualità dei prodotti. Ma ora bisogna fare i conti con l’attualità, che prima di tutto va capita e interpretata.
La situazione attuale
«Se pensiamo di partire dai dati del 2023 – spiega Dattoli, – commettiamo un errore. I risultati ottimi che abbiamo avuto nel corso di quest’anno vengono fuori dalla domanda repressa del periodo del COVID. A fine luglio, per esempio, potevamo calcolare su base annua un immatricolato dell’intero settore intorno alle 20/24.000 macchine, che è più o meno il livello del 2008. Adesso, però, c’è un calo e infatti, se tutto andrà bene, per il 2024 prevediamo un immatricolato di 20mila macchine. D’altronde è comprensibile, perché ci sono stati aumenti di costi e conseguentemente anche dei prezzi, e dunque possiamo aspettarci una flessione del 15/20%».
E poi c’è lo sforzo per questo passaggio storico…
La transizione energetica
«Finora – continua Dattoli, – abbiamo combattuto molti agenti inquinanti, le polveri sottili, il biossido d’azoto, il particolato, ma non abbiamo ancora risolto il problema della CO2, che è il più grave e che siamo in grado di affrontare al meglio solo con l’elettrico. Oggi, possiamo elettrificare facilmente oltre il 50% dei veicoli che fanno viaggi fino a 500 km, per esempio i trasporti urbani o la raccolta rifiuti. Noi abbiamo una collaborazione con diverse società, che si occupa di servizi d’igiene ambientale e raccolta dei rifiuti. E con loro stiamo ottenendo risultati superiori alle aspettative, perché per quel tipo di impiego, l’elettrico funziona a meraviglia».
Solo che passare da un sistema di propulsione a un altro crea molti problemi…
Infrastrutture e incentivi
«Certo – riflette ancora Dattoli, – mancano ancora infrastrutture in grado di sostenere la richiesta di energia. E, da questo punto di vista, bisogna lavorare molto soprattutto a livello di governi. Invece, per quanto riguarda l’Italia, gli incentivi sono ancora insufficienti. Tanto più che il problema non riguarda solo l’acquisto dei veicoli, ma anche il cambiamento organizzativo di un’azienda. Però noi ci crediamo: l’elettrico è la soluzione giusta per abbattere la CO2, solo che il cambiamento va pensato bene e invece ci sono diversi indirizzi. In Germania c’è l’idea di quasi raddoppiare il costo dell’autostrada per i veicoli a gasolio, in modo da rendere il costo di gestione di un camion meno conveniente rispetto all’elettrico che invece viene del tutto detassato. Si tratta di una scelta punitiva –prosegue Dattoli. – Una scelta che non aiuta la transizione. Invece possiamo fare come la Norvegia, dove vige un sistema premiale, che consente a chi ha un mezzo elettrico, per esempio, di entrare nei centri storici oppure di ottenere sgravi fiscali»
I trasportatori esitano
Da noi, invece, a dire il vero c’è un po’ di confusione e anche per questo gli autotrasportatori esitano.
«Anch’io farei come loro – dice Dattoli. – Perché c’è timore di sbagliare. Dopo quello che è successo con il gas, quando improvvisamente il prezzo è andato alle stelle, chiunque, prima di fare una scelta, ci pensa due volte. Il nostro compito quindi dovrebbe essere quello di favorire la riflessione degli autotrasportatori, di eliminare i sospetti. E come possiamo farlo? Offrendo un ventaglio di opportunità all’interno del quale ciascuno possa trovare la soluzione migliore per la sua azienda».
Tante proposte
«E infatti Volvo Trucks ha in listino mezzi a biogas e LNG, che dopo la tempesta dei mesi scorsi, è tornato conveniente e che – almeno per il momento – si pone come un’alternativa possibile all’elettrico. Poi c’è l’HVO che funziona benissimo, ma che pone problemi di approvvigionamento, perché 100 ettari di mais per biodiesel forniscono la stessa energia di 5 ettari di pannelli solari e rubano spazio per le coltivazioni alimentari. E poi c’è l’idrogeno che viene raccontato come una soluzione vicina e che invece cominceremo a vedere sulle nostre strade nel 2027/2028. In ogni caso, noi siamo pronti a tutto. Cerchiamo di fare bene e non vogliamo record di vendite, dobbiamo solo rimanere vicini agli autotrasportatori per favorire le loro scelte. Per questo, abbiamo organizzato il nostro Electric Tour».
L’Electric Tour
«Questa iniziativa l’abbiamo pensata perché bisogna capire (e toccare con mano) quello di cui si parla. Abbiamo organizzato un giro d’Italia passando per i nostri Concessionari, in modo che clienti e curiosi osservassero da vicino i nostri mezzi elettrici. Abbiamo formato i venditori, abbiamo portato in ogni località i mezzi e i demotrucker che spiegavano i pregi e le particolarità dell’elettrico, e abbiamo fatto incontri con il pubblico durante i quali un esperto Volvo approfondiva i temi dell’elettrico e ovviamente spiegava anche la qualità dei nostri mezzi. Finiamo a novembre, ma già da ora posso dire che è stato un bel successo».
Una questione di tempo
«Adesso, però – conclude Dattoli, – il punto critico è il tempo. Quanto tempo ci vorrà perché una tecnologia (l’elettrico, l’idrogeno o altro) arrivi a stabilizzarsi? Quanto tempo ci vorrà per fornire infrastrutture tali da consentire agli autotrasportatori di lavorare con tranquillità? Quanto tempo ci vorrà per portare le nuove soluzioni all’interno di un quadro normativo chiaro e condiviso? Perché questo momento di incertezza non potrà andare avanti a lungo e gli autotrasportatori hanno bisogno di chiarezza e di una strategia per il futuro. E noi dobbiamo essere, come sempre, pronti a dare una mano»
Un ventaglio di opportunità
Dopo la bufera degli aumenti, il gas è tornato conveniente. E anche l’HVO è un’ottima soluzione, ma probabilmente sarà una tecnologia transitoria, mentre l’Idrogeno arriverà tra qualche anno e sarà piuttosto costoso.