25 Marzo 2021 di Alessandro Bottero

Occhio alle date di scadenza per la revisione dei veicoli industriali ma attenzione: per chi fa trasporti internazionali, le date che valgono sono quelle decise a livello europeo. Tra proroghe e rinvii, norme europee e disposizioni nazionali, c’è una gran confusione sugli adempimenti in materia di revisione dei veicoli. Il Ministero degli Interni prova a fare chiarezza e riassumendo all’osso, per la normativa nazionale si stabilisce che:

  •  i veicoli la cui revisione scadeva entro il 31 luglio 2020 potevano circolare fino al 31 ottobre 2020;
  • i veicoli la cui revisione scadeva nel periodo tra il 1° agosto e il 30 settembre 2020, potevano circolare fino al 31 dicembre 2020;
  • i veicoli la cui revisione scadeva nel periodo tra il 1° ottobre e il 31 dicembre 2020 potevano circolare fino al 28 febbraio 2021.

In ambito internazionale, la UE stabilisce che i veicoli la cui revisione scadeva nel periodo tra il 1° febbraio e il 31 agosto 2020 potevano circolare fino ai sette mesi successivi alla scadenza. La proroga è valida solo per i veicoli della categoria M, N, O3, O4, T5 (con esclusione di quelli appartenenti alla categoria L, O1, O2), e si applica su tutto il territorio dell’Unione

MULTE PER ECCESSO DI VELOCITÀ: PER L’EUROPA NON SI PUÒ USARE IL TACHIGRAFO

Multe per eccesso di velocità effettuate esaminando i dati del tachigrafo? Se la Commissione Europea si mette di traverso, lo Stato potrebbe essere tenuto a restituire le sanzioni finora incassate.

Il metodo, tutto italiano, di multare i camion che superano i limiti di velocità sulla base dei dati presenti sul tachigrafo non piace all’Europa. Per questo motivo la Commissione Europea ha inviato al nostro Paese una lettera ufficiale in cui si concedono due mesi per giustificare questo modo di procedere. In caso contrario la Commissione chiederà alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea se la normativa italiana sia contraria a quella comunitaria e quindi da eliminare. A ben vedere si tratta di un vero e proprio ultimatum che potrebbe aprire scenari inaspettati. Se la norma infatti fosse rigettata, tra le tante possibilità, non è assolutamente escluso che le aziende possano richiedere indietro le sanzioni già versate sulla base di una norma che in realtà non doveva proprio esistere

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