La notizia della chiusura della A26 in entrambe le direzioni, nel tratto compreso tra l’allacciamento con l’autostrada A10 e lo svincolo di Masone è arrivata ieri a ciel sereno. La motivazione alla base della decisione è il pericolo di crollo dei viadotti Pecetti e Fado.
“Siamo in guerra, siamo in emergenza, siamo a Stalingrado: il governo si deve far carico, da oggi e fino al ripristino delle condizioni di normale vivibilità, di tutto quello che accade: trasporti, come è successo per il Morandi, dei terminal portuali se dovremo tenerli aperti di notte, dell’intervento del Genio Militare, di tutto perchè siamo in una vera situazione di emergenza. Le istituzioni locali possono metterci una toppa ma non possiamo reggere questa situazione oltre una settimana. E non può reggerla il Paese”
“Oggi la Liguria è totalmente isolata, e Genova è tornata a essere quello che era probabilmente prima degli anni ’30. Siamo alla paralisi, ogni minuto che quell’autostrada resterà chiusa c’è un danno incalcolabile e straordinario per la città, per la Regione e per il Nord Ovest: servono interventi straurgenti da parte del governo, come se fossimo in tempo di guerra”, ha dichiarato allarmato il governatore della Liguria, Giovanni Toti. “Abbiamo incontrato Trenitalia per il rafforzamento del traffico ferroviario, la concessionaria ASPI che sta in queste ore lavorando su quei viadotti chiusi e ci auguriamo che entro le prime ore di domani sappia dare una qualche credibile risposta su una tempistica di intervento che ancora non abbiamo. Così come non la abbiamo per la A6 in nessuno dei due sensi di marcia anche auspichiamo possa aprirsi nella carreggiata Sud a doppio senso di marcia entro la fine della settimana. Lo auspichiamo ma comunque non sarebbe risolutiva”. “Siamo sconcertati e preoccupati per la notizia della chiusura dei viadotti Pecetti e Fado sulla A26. La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto ed è sacrosanto che si facciano tutte le verifiche del caso, ma Genova, la Regione e i nostri porti saranno paralizzati”, ha avvertito il governatore a margine di un vertice in Prefettura. Nel corso della riunione con il Prefetto, ha riferito Toti, sono state adottare “le prime misure di emergenza per il traffico di domani mattina”, tra cui “la possibilità che riapra questa mattina una corsia della A26 in direzione Nord, da Genova verso Gravellona Toce, se i controlli di Aspi daranno esito positivo”.
Chiusura a 26: percorsi alternativi
“4mila camion raggiungono Genova e 1500 raggiungono Savona ogni giorno. Il Porto di Genova in queste condizioni non può resistere più di una settimana”, dichiara il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale Paolo Emilio Signorini.
Ecco le indicazioni per la viabilità: veicoli leggeri e autocarri fino a 7,5 ton (esclusi autobus): per la A26 dalla A10 uscire a Prà e proseguire fino a Masone tramite la SP 456 del Turchino. Per la A10 dalla A26 effettuare il percorso inverso. Veicoli pesanti superiori a 7,5 ton e autobus: per la A26 dalla A10 utilizzare la A7. Per la A10 dalla A26 obbligo di deviazione sulla Diramazione Predosa Bettole, dalla quale, con fermo temporaneo e progressivo deflusso, sarà possibile procedere verso Genova lungo la A7. Potranno proseguire fino a Masone i soli mezzi pesanti con destinazione di scarico o carico nella zona collegata a tale svincolo. Itinerari di lunga percorrenza: per i collegamenti tra la A4, A26 e A21 verso la Toscana, utilizzare la A21 fino all’allacciamento con la A1 e da questa raggiungere Firenze o riprendere l’autostrada tirrenica tramite la A1.
Fonte: telenord.it