I VERI MOTIVI DELLA PROTESTA

Tra i camionisti c’è grande insoddisfazione e le ragioni che li costringono a scendere in piazza sono molto serie. Una riflessione sui motivi della protesta, cercando di fare un po’ di chiarezza…

Lo sciopero dei trasporti e della logistica indetto da Filt CGIL, Fit CISL e UilTrasporti per il 24 luglio 2019 ha rappresentato una presa di posizione importante, perché una volta tanto la categoria batte il pugno sul tavolo e mette in evidenza tutto quello che non funziona in un settore vitale per il Paese che le forze politiche hanno dimenticato. Riflettendo su quell’evento ricordiamo i temi che hanno fatto muovere sindacati e lavoratori. Ed ecco dunque i punti più importanti che hanno motivato la protesta.

MANCA UNA VISIONE

Il primo problema riguarda la mancanza di una visione unitaria su quello che c’è da fare per le infrastrutture. L’impegno per il ponte di Genova era doveroso, ma uguale impegno doveva esserci per altre emergenze come ponti, strade, autostrade e anche porti e ferrovie. In una dichiarazione congiunta, le tre organizzazioni sindacali avevano dichiarato: «Abbiamo bisogno delle grandi opere per costruire corridoi europei funzionanti, efficienti ed efficaci, necessari all’Italia quanto le opere di adeguamento, ammodernamento e collegamento di tutti i territori, anche di quelli più periferici».

In sostanza, questo sciopero chiedeva più infrastrutture e più investimenti.

TROPPI MEZZI VECCHI

Il secondo punto riguarda direttamente gli automezzi. Si è sempre detto che bisogna svecchiare il parco circolante e che bisogna dotare gli autotrasportatori di mezzi adeguati, ma finora gli investimenti sui trasporti sono stati davvero minimi. Si è preferito finanziare gli acquisti di auto elettriche piuttosto che agevolare un settore che ha un gran bisogno di mettere su strada mezzi moderni, in grado di competere con la concorrenza straniera e di ridurre il livello delle emissioni inquinanti.

CONCORRENZA SLEALE

Terzo punto. I sindacati chiedevano di rivedere la normativa che riguarda la concorrenza, per evitare le gare al ribasso sui contratti. Con queste dinamiche, infatti, un’azienda delocalizzata, che fa viaggiare camion vecchi, guidati da autisti sottopagati, può battere sul prezzo la concorrenza di autotrasportatori italiani più bravi e corretti. Insomma, bisogna battere illegalità, evasione fiscale e lavoro nero, senza però strozzare gli autotrasportatori onesti. Non è un impegno da poco, ma resta comunque un lavoro da fare.

SICUREZZA SUL LAVORO

Infine il tema della sicurezza sul lavoro. Gli infortuni sono in aumento (soprattutto quelli gravi) e riguardano un po’ tutti i settori professionali, ma nel 2017 (ultimi dati disponibili al momento in cui è stata indetto lo sciopero del luglio 2019) hanno colpito molto i settori della logistica e dei trasporti. Si tratta di studiare normative che mettano più al sicuro tutti i lavoratori e soprattutto quelli dell’autotrasporto. Per questo si ripropone sempre più urgente il tema dello svecchiamento del parco circolante, perché tra i mezzi che circolano oggi sulle nostre strade, molti non sono affatto sicuri.

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