Arriva il nuovo tachigrafo, quello cosiddetto intelligente, ma ci sono molte perplessità. Ce le spiega Massimo Artusi di Federauto.

15 Settembre 2023 di Redazione

Le associazioni contro l’Europa: arriva la versione 4.1 del nuovo tachigrafo, quello cosiddetto intelligente, ma ci sono molte perplessità. Ce le spiega Massimo Artusi di Federauto…

Nella sua versione 4.1, la cui uscita è prevista per il 21 agosto, il nuovo tachigrafo promette meraviglie. Ci saranno alcune funzioni innovative, come la capacità del sistema di cogliere la differenza tra le diverse operazione svolte (per esempio, carico o scarico merci) oppure sarà possibile documentare automaticamente i passaggi di frontiera, in modo da favorire gli autotrasportatori italiani nella lotta contro il cabotaggio illegale. Però, anche se la Comunità Europea ha fissato la data senza se e senza ma, su questo argomento ci sono molti dubbi. E ce li siamo fatti spiegare da Massimo Artusi, vicepresidente di Federauto con delega ai Trucks&Van.

Galileo non è pronto

«Premesso che siamo favorevoli all’introduzione del nuovo cronotachigrafo, la scadenza del 21 agosto – ci dice – è oggettivamente incompatibile con i ritardi accumulati per l’omologazione (oggi concessa alla versione provvisoria), e con i tempi necessari per il rilascio e per il montaggio dell’apparecchiatura sul veicolo, tempi allungati dalla tardiva disponibilità dei prodotti». In poche parole, che cosa è successo? «Semplice – aggiunge Artusi c’è un problema di dati. Questo tachigrafo, infatti, registra la posizione del veicolo attraverso una rilevazione del sistema satellitare europeo (Galileo) che non è ancora pronto alla certificazione obbligatoria per legge. Non sarebbe irrisolvibile, perché basterebbe aspettare l’adeguamento delle tecnologie per procedere poi con le installazioni. Senonché, la data è stabilita e il nuovo tachigrafo deve essere comunque a bordo dei veicoli, anche se funziona solo in parte e potrebbe comportare, in alcuni casi, l’aggiornamento di questa versione parziale con maggiori costi che potrebbero essere evitati».

Un atteggiamento ideologico

«Attenzione – continua Artusi – questo non crea problemi per l’immatricolazione, ma per la circolazione sì, perché se la polizia ferma un autotrasportatore e verifica che il suo tachigrafo non è a norma, può sanzionarlo come se non avesse il dispositivo sul camion. Qual è la conseguenza? Che i concessionari dovranno consegnare i veicoli con il tachigrafo non a norma sui nuovi mezzi e che i clienti si dovranno occupare del suo aggiornamento quando sarà possibile. È evidente che questa scelta deriva da un atteggiamento ideologico, per il quale ciò che conta è stabilire una certa tappa lungo un percorso virtuoso e se poi questa tappa non la si può raggiungere, ci sarà sempre qualcun altro che si farà carico dei problemi causati dal disservizio».

Aspettando una proroga

Artusi non è l’unico a pensarla così. Della stessa opinione è anche Paolo Starace, presidente della sezione Veicoli Industriali di Unrae che si aspetta dalla UE una proroga. Solo in questo modo, infatti, ci sarà la possibilità di passare tranquillamente dai vecchi tachigrafi a quelli nuovi, senza avere problemi e senza appesantire di più i diversi operatori sul mercato.

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