Sono i microchip, componenti minuscoli ma essenziali per l’alta tecnologia, a mettere in ginocchio il mercato globale dell’automotive, camion compresi

7 Febbraio 2022 di redazione

Incredibile ma vero: sono i microchip, componenti minuscoli ma essenziali per l’alta tecnologia, a mettere in ginocchio il mercato globale dell’automotive, camion compresi

Mancano la materie prime per la realizzazione dei microchip, un elemento fondamentale per le moderne tecnologie, e il mercato globale dell’automotive è andato in affanno. Questo è un dato di fatto che ha caratterizzato gli ultimi mesi, con diverse grandi aziende costrette a rallentare la produzione e la consegna di nuovi veicoli. È un problema mondiale, che sta condizionando tutti: Volvo, Volkswagen, Nissan, Ford, General Motors, Toyota, il ciclone ha investito indiscriminatamente i grandi nomi del settore. Il primo risultato di questa incredibile impasse è l’improvvisa ripresa del mercato mondiale dell’usato, soprattutto nei camion, con un aumento dei prezzi mediamente del 15% (ma il valore dei cava-cantiere usati, in alcuni mercati, è cresciuto anche di più). Ma che cosa sta succedendo e che cosa si può prevedere per il futuro?

SEMPRE PIÙ DIPENDENTI Il fatto è che ormai l’alta tecnologia la fa da padrone. È stato calcolato che, solo 20 anni fa, il valore dei microchip a bordo di un qualsiasi veicolo non superava i 120 euro, adesso si parte da un minimo di 600 euro. Il problema è che quando, nel 2020, a causa del Covid-19, il mercato dell’automotive si è fermato, tutti i produttori di microchip hanno offerto i loro prodotti al mercato dell’elettronica di consumo (cellulari, tablet, PC ma anche televisori, modem, videocamere ecc. ecc.). E adesso, che la domanda di veicoli è tornata a salire, non ci sono più abbastanza microprocessori per tutti.

E ADESSO CHE SUCCEDE? Al netto della pandemia e di altri problemi, come il blocco del Canale di Suez e di altre importanti vie di comunicazione, che ha innestato un aumento incontrollato del prezzo dei container, la situazione secondo i maggiori analisti non si potrà stabilizzare prima dell’intero 2022. Un’àncora di salvezza a livello mondiale potrebbe essere Taiwan, il solo Paese in cui la produzione di chip non solo non si è fermata, ma è addirittura cresciuta, mentre in Europa grandi speranze sono rivolte a Bosch e altri costruttori. Che potrebbero tamponare, con l’insediamento di nuove fabbriche e il conseguente incremento della produzione, una domanda al momento è ancora largamente insoddisfatta. Servirà a fare riprendere le consegne di nuovi veicoli? Lo scopriremo molto presto.

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