28 Febbraio 2017 di Redazione Social

SPERIMENTATO NEL PORTO DI SINGAPORE IL TRUCK PLATOONING MADE IN SCANIA, CHE PREVEDE UN SOLO AUTISTA ALLA GUIDA DI UN CONVOGLIO DI QUATTRO CAMION, TRE DEI QUALI SONO A GUIDA COMPLETAMENTE AUTONOMA.

Del Truck Platooning, ossia del nuovo modo, tutto tecnologico, di far viaggiare i camion in fila indiana, abbiamo parlato l’anno scorso. La tecnica è “antica”: si tratta di formare un convoglio, di più veicoli, in modo da risparmiare carburante offrendo meno resistenza all’aria. In passato, era anche un bello stress, perché chi ti sta dietro a pochi metri in autostrada non può certo distrarsi. Ma adesso si fa con la telematica. Vediamo come…

RADAR E LASER

Il segreto del platooning telematico è nell’uso combinato di radar e sensori, connessi ai sistemi di assistenza alla guida, come la frenata di emergenza, con l’aggiunta
del lidar, un dispositivo che utilizza un impulso laser per controllare la distanza tra i veicoli. In pratica, è questo laser a controllare la distanza di sicurezza. Grazie a questi dispositivi, i camion viaggiano a una distanza di 10-15 metri in piena sicurezza. Solo il camion di testa, che funziona da leader, è affidato a un conducente in
carne e ossa. I veicoli che seguono reagiscono e si adattano alle manovre di questo primo camion, mentre i loro conducenti sono liberi di rilassarsi. Ma oggi c’è un nuovo progresso, tutto targato Scania.

LA NUOVA TECNOLOGIA SCANIA: IN RIVA AL MARE

Lo scenario del nuovo test Scania è il porto di Singapore, una città-Stato del sud-est asiatico che è il quarto più importante centro finanziario del pianeta, grazie anche al suo porto, che nel 2016 ha movimentato quasi 31 milioni di container. È qui che sono pronti a entrare in azione i nuovi Scania connessi. La sperimentazione, basata interamente su una tecnologia dell’azienda svedese, prevede convogli di quattro veicoli, tre dei quali a guida autonoma e con un solo autista nel veicolo di testa. Anche tutte le procedure di carico e scarico saranno automatizzate. «L’autotrasporto, così come si presenta oggi, è un settore ad alta intensità di manodopera. Al tempo stesso dobbiamo far fronte a un problema di mancanza di autisti – ha dichiarato Pang Kin Keong,  segretario del Ministero dei Trasporti e presidente del Committee on Autonomous Road Transport in Singapore. – In questo senso, il platooning ci consente di incrementare la produttività». Insomma, l’obiettivo è: produrre di più facendo a meno dell’uomo. Vedremo come andrà a finire.

IL PLATOONING CI TOGLIE IL LAVORO?

Qualunque autotrasportatore, se potesse evitare di pagare tre autisti su quattro, farebbe salti di gioia. Però, un convoglio va riempito con grandi quantità di merce e poi ci vogliono un’unica committenza e un’unica destinazione. E questo è l’opposto di ciò che avviene in Italia. Infatti, proprio per questo, non decollano i trasporti sui treni. Insomma, il platooning è una conquista tecnologica, ma che può riguardare il porto di Singapore, non il nostro sistema di trasporti. E le aziende, come sempre, dovranno pagare un autista per ognuno dei loro camion!

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