SPERIMENTATO NEL PORTO DI SINGAPORE IL TRUCK PLATOONING MADE IN SCANIA, CHE PREVEDE UN SOLO AUTISTA ALLA GUIDA DI UN CONVOGLIO DI QUATTRO CAMION, TRE DEI QUALI SONO A GUIDA COMPLETAMENTE AUTONOMA.
Del Truck Platooning, ossia del nuovo modo, tutto tecnologico, di far viaggiare i camion in fila indiana, abbiamo parlato l’anno scorso. La tecnica è “antica”: si tratta di formare un convoglio, di più veicoli, in modo da risparmiare carburante offrendo meno resistenza all’aria. In passato, era anche un bello stress, perché chi ti sta dietro a pochi metri in autostrada non può certo distrarsi. Ma adesso si fa con la telematica. Vediamo come…
RADAR E LASER
Il segreto del platooning telematico è nell’uso combinato di radar e sensori, connessi ai sistemi di assistenza alla guida, come la frenata di emergenza, con l’aggiunta
del lidar, un dispositivo che utilizza un impulso laser per controllare la distanza tra i veicoli. In pratica, è questo laser a controllare la distanza di sicurezza. Grazie a questi dispositivi, i camion viaggiano a una distanza di 10-15 metri in piena sicurezza. Solo il camion di testa, che funziona da leader, è affidato a un conducente in
carne e ossa. I veicoli che seguono reagiscono e si adattano alle manovre di questo primo camion, mentre i loro conducenti sono liberi di rilassarsi. Ma oggi c’è un nuovo progresso, tutto targato Scania.
LA NUOVA TECNOLOGIA SCANIA: IN RIVA AL MARE
Lo scenario del nuovo test Scania è il porto di Singapore, una città-Stato del sud-est asiatico che è il quarto più importante centro finanziario del pianeta, grazie anche al suo porto, che nel 2016 ha movimentato quasi 31 milioni di container. È qui che sono pronti a entrare in azione i nuovi Scania connessi. La sperimentazione, basata interamente su una tecnologia dell’azienda svedese, prevede convogli di quattro veicoli, tre dei quali a guida autonoma e con un solo autista nel veicolo di testa. Anche tutte le procedure di carico e scarico saranno automatizzate. «L’autotrasporto, così come si presenta oggi, è un settore ad alta intensità di manodopera. Al tempo stesso dobbiamo far fronte a un problema di mancanza di autisti – ha dichiarato Pang Kin Keong, segretario del Ministero dei Trasporti e presidente del Committee on Autonomous Road Transport in Singapore. – In questo senso, il platooning ci consente di incrementare la produttività». Insomma, l’obiettivo è: produrre di più facendo a meno dell’uomo. Vedremo come andrà a finire.
IL PLATOONING CI TOGLIE IL LAVORO?
Qualunque autotrasportatore, se potesse evitare di pagare tre autisti su quattro, farebbe salti di gioia. Però, un convoglio va riempito con grandi quantità di merce e poi ci vogliono un’unica committenza e un’unica destinazione. E questo è l’opposto di ciò che avviene in Italia. Infatti, proprio per questo, non decollano i trasporti sui treni. Insomma, il platooning è una conquista tecnologica, ma che può riguardare il porto di Singapore, non il nostro sistema di trasporti. E le aziende, come sempre, dovranno pagare un autista per ognuno dei loro camion!