Per il futuro dei camion e per ridurre l’impatto ambientale dell’autotrasporto si pensa sempre più spesso all’idrogeno, soprattutto per le lunghe percorrenze. A patto però che la produzione dell’idrogeno diventi sempre più “pulita”

26 Agosto 2022 di redazione

A cura di: Daniele Pizzo

Caro Professione Camionista, leggo spesso sulla stampa di settore che le Case costruttrici stanno puntando sempre più sull’idrogeno per aumentare l’autonomia dei veicoli pesanti del futuro, visto che ad oggi la capacità delle batterie consente un raggio di circa 200-300 km al massimo ai camion 100% elettrici. Tutto molto bello, se non fosse che per produrre l’idrogeno c’è bisogno del metano che di recente è aumentato di prezzo e quindi è lecito pensare che accada anche per il prezzo dell’idrogeno. Siamo sicuri che sia questa la strada giusta? Non è che poi ci ritroveremo un domani a pentirci come successo con l’AdBlue, che per essere prodotto necessita anch’esso di metano? Un caro saluto.

Antonio P. – Villa San Giovanni (RC)

Gentile lettore, il tuo dubbio non è certo infondato. Tuttavia tutto dipende da come è prodotto l’idrogeno: per l’“idrogeno grigio” si utilizzano fonti fossili come metano o carbone, è il più inquinante da produrre ma è anche quello ad oggi più diffuso (oltre il 90% della produzione globale) perché è più economico; c’è poi l’“idrogeno blu”, un po’ meno impattante per l’ambiente, che deriva sempre da fonti fossili ma che nel processo di produzione utilizza sistemi di cattura della CO2; infine c’è l’“idrogeno verde”, prodotto a partire dall’acqua per elettrolisi, utilizzando energia rinnovabile, che però per il momento è anche quello più costoso da produrre (da 3 a 5 volte rispetto al “grigio”). Per il “verde” bisognerà attendere che gli impianti di produzione raggiungano un’efficienza accettabile per soppiantare gli altri metodi. Quanto ci vorrà? Secondo le attuali previsioni, il “grigio” potrebbe diventare meno competitivo rispetto al “verde” entro un decennio.

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