23 Marzo 2021 di Alessandro Bottero

Il tempo passa ma il problema resta, a complicare la vita degli autotrasportatori nostrani, oltre al Covid-19 e ai problemi economici legati alle tariffe, è arrivato anche il Decreto Flussi che spalanca le porte agli autisti stranieri

Il Covid-19 rende difficile la vita dei camionisti che si trovano in strada senza poter contare sugli abituali luoghi di ristoro. Ristoro, notate bene, e non feste o ricevimenti che creano assembramenti pericolosissimi per incrementare i contagi, perché i camionisti hanno bisogno di avere luoghi dove fermarsi per riposare e mangiare, non solo lungo le grandi arterie. E per ora il Governo li ha lasciati senza bagni, docce e ristoranti. L questione economica legata alle tariffe ancora ha lasciato un malcontento generalizzato. E come se questo non bastasse è arrivato il Decreto Flussi.

PENALIZZATI DALLA CONCORRENZA STRANIERA

Questo Decreto, già pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” di ottobre scorso, stabilisce il numero e la tipologia di lavoratori extra-comunitari che possono ottenere un permesso di lavoro in Italia. Su una soglia massima di 12.850 lavoratori, seimila potranno essere impiegati nei settori dell’autotrasporto merci per conto terzi, dell’edilizia e del turistico alberghiero. Per l’autotrasporto gli autisti stranieri devono avere già patenti equivalenti alla CE, convertibili sulla base dei vigenti accordi di reciprocità. È la prima volta che gli autisti conto terzi sono stati inseriti nelle quote d’immigrazione previste dal Governo, come richiesto da tempo dall’ANITA (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici) aderente a Confindustria e Federtrasporto. Fino a completamento della quota possono venire in Italia camionisti dai seguenti Stati: Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia- Herzegovina, Repubblica di Corea, Costa d’Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Pakistan, Repubblica di Macedonia del Nord, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia e Ucraina. L’ANITA stima che in Italia occorrano almeno 15 mila camionisti, un numero destinato addirittura a crescere in futuro: il 45,8% dei titolari di CQC hanno superato i cinquant’anni e solo il 18,1% ha meno di quarant’anni. “È una bella notizia per i nostri associati e per tutte le imprese del settore”, ha dichiarato Thomas Baumgartner, presidente ANITA. “Lavoravamo da tempo per ottenere questo risultato. Non è stato possibile riservare una quota completamente dedicata, così come avremmo voluto, ma è un primo passo importantissimo. La riteniamo una risposta valida all’annosa carenza di autisti professionali che fatichiamo sempre più a trovare sul mercato del lavoro italiano e comunitario”. L’ANITA tuttavia oltre a chiedere quote più corpose di ingressi, vuole muoversi anche per ottenere “un intervento pubblico che promuova la figura dell’autista, anche attraverso l’orientamento professionale post-scuola verso i giovani, che in questo settore troverebbero subito un impiego”, conclude Thomas Baumgartner

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