"Sognavo di guidare un camion, ma per i tanti pregiudizi sui camionisti, sono diventata conducente di pullman"

31 Agosto 2018 di Redazione Social

Donne al volante 

Sognavo di guidare un camion, ma per i tanti pregiudizi sui camionisti, sono diventata conducente di pullman“. Molte autiste raccontano così i loro esordi,
ma aggiungono anche: “Però, quando sali su un bus e porti turisti in tutta l’Europa, scopri che fai un mestiere meraviglioso!“.
Di recente, però, in una intervista, un’autista ha raccontato di essere l’unica a fare tratte internazionali sollevando un polverone. Molte driver, infatti, ci hanno scritto protestando: “Ci siamo anche noi!”. Così, abbiamo deciso di scoprire la vita di queste donne, che mancano da casa per mesi, che affrontano tratte lunghissime e che combattono contro un mondo di pregiudizi.

Ecco i loro racconti…

Anna Barletta: più femmine che donne

“Ho 40 anni, vivo vicino a Bari, guido autobus, per gite, pellegrinaggi, viaggi di comitiva. Vado a Barcellona, a Lourdes, a Fatima, a Cracovia, a Praga. Avrei voluto fare la camionista, volevo realizzare questo sogno, ma poi – come capita nella vita – mi sono sposata, ho fatto una figlia a 20 anni e ho dovuto mettere da parte i
miei obiettivi. Poi, mi sono felicemente separata e ho cominciato a guidare i pullman. I pregiudizi ci sono, soprattutto da parte delle donne. Di solito, quando salgono a bordo, mi tengono sotto osservazione. Poi, quando vedono che si possono fidare, si rilassano. Il mio è un lavoro duro, sto tanti mesi fuori di casa. Da marzo a novembre, vedo mia figlia un’ora alla settimana. Ho un leone tatuato sull’avambraccio, perché a noi donne, che facciamo mestieri così maschili, sembra sempre di dover dimostrare qualcosa. In realtà, però, siamo più femmine che donne.”

Anna Maria Struglia: quando i passeggeri dormono…

“Io ho 52 anni, sono separata, ho una figlia che fa il militare a Treviso e che non vedo mai. Oggi lavoro a Rossano Calabro. Faccio turismo e trasporto passeggeri: siamo in due autisti, partiamo alle 18.30 da Crotone, viaggiamo per tutta la notte e arriviamo a Milano o a Verona verso le 9 di mattina. Prima, lavoravo all’ufficio
tributi del Comune di Ardea (vicino a Roma) e mi avrebbero assunto. Invece, nel 2003, ho piantato tutto e ho cominciato a guidare i bus in un’azienda di Roma, ma il proprietario mi ha licenziato, perché non ci volevo stare. Il mio è un lavoro usurante, ho due vertebre schiacciate, però se penso a me tra qualche anno, mi vedo ancora al volante, perché la mia è una passione vera. Quando, la notte, guido e vedo che i passeggeri dormono e si affidano a me, sento che devo stare attenta, che non devo essere superficiale e… mi sento felice!”

Aurora Grosso: un grande talento

“Ho 51 anni, sono nata e vivo a Tissano (Udine). Ho lavorato in fabbrica, poi, nel 2002, ho preso la patente e da allora guido i pullman. Mi sono sposata, ho avuto un figlio a 24 anni, ma dieci anni fa mi sono separata e forse la colpa è anche di questo mestiere, che ti porta via tutto, Natale, le feste, i compleanni… e la famiglia. Io faccio turismo e ho girato per tutta l’Europa. Ho talento, capisco subito – anche in città dove non sono mai stata – dove devo andare e come mi devo comportare. È un lavoro difficile perché ci catapultiamo in una città sconosciuta con la responsabilità dei passeggeri, ma come si fa a dire di no, quando guidare un pullman è così bello?”

Isabella Boninti: con la valigia in mano

“Ho 50 anni, vivo a Foligno, sono separata da 16 anni e ho una figlia di 28 anni. Sono un maschiaccio. Sono nata in campagna tra animali e motori. E crescendo, la passione è aumentata. La prima volta che ho rubato la macchina ai miei avevo 11 anni. Ho sempre amato i camion e volevo fare la camionista. Mio marito era camionista e gli davo una mano. Con i bus ho cominciato nel 1999, con un’azienda che faceva linee urbane. Mi promettevano di farmi fare il turismo e poi mi facevano passare davanti gli uomini. Ci stavo malissimo, tornavo a casa in lacrime. Così, ho lasciato quel posto, ma ho trovato un’azienda con cui faccio viaggi internazionali. Sono stata praticamente in tutta Europa, portiamo gruppi cinesi e thailandesi. Mia madre dice che sono nata con la valigia in mano.”

 

Foto via: www.trucks.com/2015/10/28/nominations-sought-for-women-in-truckings-dwla-award/

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