C'è un grande progetto: realizzare un'autostrada di 20 mila km che porti via terra dall'Europa all'America

3 Gennaio 2020 di staff

C’è un grande progetto: realizzare un’autostrada di 20 mila km che porti via terra dall’Europa all’America. 

Si sta realizzando un sogno: tra qualche tempo (chissà quando) potremo viaggiare via terra da Londra a New York, seguendo un percorso unico, magari a bordo del nostro camion. Il progetto esiste ed è una cosa seria.
Si tratta di un’autostrada che collega l’Inghilterra al Nord America, passando attraverso l’Europa, la Russia e l’Asia, per poi attraversare lo stretto di Bering, arrivare in Alaska e da lì proseguire fino a New York (e, a quel punto, anche oltre).
Ovviamente, ci sono già grandi pezzi di strada che si possono utilizzare, ma altri tratti sono tutti da progettare e costruire. E per questo c’è un preventivo: mille miliardi di dollari. È un costo astronomico, che però tiene conto della necessità di creare un collegamento sicuro tra Siberia e Alaska. La Russia punta molto su questa opportunità, ma prima dovrà risolvere alcuni problemi: per esempio lo stato spaventoso in cui si trova la via che porta da Mosca a Yakoutsk, in Siberia, che è già stata battezzata l’autostrada per l’inferno.

Attraverso il mare di Bering e il ponte tra Usa e Russia 

L’autostrada detta “Transiberiana”, come la celebre linea ferroviaria che collega la Russia europea alla Siberia, metterà in comunicazione il confine est della Russia con l’Alaska, territorio degli Stati Uniti. Da lì proseguirà dritta fina alla Grande Mela.
Un percorso che vede il suo tratto più incredibile nella realizzazione di un ponte sul Mare di Bering, che separa l’America del Nord dall’Asia. Il progetto prevede un percorso di 20.777 chilometri, attraverso tutta la Russia, compresa la capitale Mosca.Solo per attraversare il suolo russo, l’autostrada dovrà snodarsi per 10.000 chilometri, fino al confine più a est del paese, il Circondario di Cˇukotka, una regione autonoma che si trova ai confini con l’Alaska. Una terra che passerà dall’essere sconosciuta al ricoprire un ruolo cruciale nel flusso di uomini e merci tra vecchia Europa e Stati Uniti. Ma una volta arrivata a Cˇukotka, la Transiberiana avrà compiuto solo la parte più “facile” del suo viaggio.
Dall’altra parte del mare, infatti, ad attenderla ci sarà la regione di Nome, che non è collegata nemmeno al resto della rete stradale dell’Alaska. Il primo passo, dunque, sarà di creare una specie di ponte sospeso tra Cˇukotka e Nome, il secondo di collegare Nome al resto del mondo! C’è poi il problema della tratta che va da Mosca a Yakoutsk, in Siberia. Una strada che esiste già, ma è considerata tra le più pericolose al mondo. Ribattezzata l’auto- strada per l’inferno, quella per Yakoutsk è una direttrice che dà il peggio di sé in ogni stagione: quando piove diventa un mare di fango capace di far impantanare qualsiasi mezzo; se nevica si trasforma in una lastra di ghiaccio senza fine. Condizioni che diventano drammatiche negli ultimi 600 chilometri di questa auto- strada federale russa, quelli che corrono paralleli al fiume Lena. Ammesso, poi, di riuscire a raggiungere la ridente cittadina di Yakoutsk, i problemi non sono finiti. Si tratta della città più fredda della terra, con temperature che a gennaio scendono fino a 60 gradi sotto zero. L’intera comunità sorge in cima al permafrost, cioè un territorio che resta prigioniero del ghiaccio per tutto l’anno, e le condizioni di vita sono talmente estreme da costringere gli abitanti ad abitare in case-palafitta, costruite su lunghi pilastri per non affondare. Il gelo di questa zona della Siberia crea un paradosso: per gli automobilisti è l’estate e non l’inverno la stagione peggiore. Il ghiaccio, infatti, è così secco d’inverno da permettere, con i giusti pneumatici, una velocità di marcia di 70 chilometri all’ora. Invece, d’estate, quando il ghiaccio si scioglie, il fango può tenere prigioniera un’auto per giorni. I camionisti, da queste parti, viaggiano con vettovaglie extra, carrucole e armi cariche. Restando bloccati, si rischia di patire la fame e così, spesso, qualcuno tenta di scassinare i camion che sono fermi o di aggredire i conducenti. Si può attraversare la Siberia in condizioni così difficili? Certamente si tratta di un percorso molto complicato, anche perché, realizzare un prodigio come il ponte sospeso sullo stretto di Bering potrebbe non essere sufficiente a portare il sistema autostradale russo nel terzo millennio. Una delle alternative potrebbe essere aggirare la Siberia che, a livello di strade e infrastrutture, rappresenta un problema quasi insormontabile, ma nemmeno questo è possibile, perché sarebbe indispensabile comunque passare dall’Asia all’America attraverso lo stretto di Bering. Insomma, non ci sono speranze e, anche spendendo miliardi, l’autostrada Transiberiana rischia di rimanere una via per avventurieri che amano il turismo estremo… o, al limite, per camionisti coraggiosi. Chi altro accetterebbe, infatti, di guidare per ventimila chilometri, attraversando un ponte sull’Oceano, sfidando il ghiaccio (o il fango). Solo pochi matti… che però – qua e là per il mondo – si trovano!

C'è 1 commento

  • La transiberiana non è così terribile come si pensa. Il primo tratto Mosca Kazan è tutto a doppia carreggiata con spartitraffico e doppia corsia. Limite 110. Anche se bisogna stare attenti soprattutto Verso la città dove hanno avuto la grande idea di mettere strisce pedonali…
    Superata Kazan la strada diventa a corsia singola e va progressivamente peggiorando,salvo alcuni tratti come Perm-Ekaterinburg o la tangenziale di Krasnojarsk che sono a doppia corsia. Rimane buona per piccoli spostamenti fino a qualche centinaio di chilometri,ma non per farne migliaia, infatti per quello usano tutti treni e aerei. Superata Krasnojarsk la strada peggiora notevolmente,appaiono buche ovunque e diventa paragonabile a una provinciale nel Sud-Italia…e continua così fino a yakutsk alla quale più ci si avvicina più le condizioni metereologiche diventano proibitive. In realtà la strada non si ferma a yakutsk continua a Est ma le condizioni sono tragiche. Dico solo che diventa sterrata…solo l’ultimo tratto è asfaltato e anche bene,e non conduce allo stretto di Bering ma a Magadan,a 2000 chilometri. Inutile dire che dopo Magadan non ci sono strade né ferrovie,solo qualche provinciale sterrata che porta in mezzo al nulla.
    Superato lo Stesso di Bering in Alaska si ripete la stessa situazione per svariate centinaia di chilometri. Questa è la dimostrazione che il problema non è il sistema autostradale russo che nella Russia europea è anche buono. Il problema è che in un paese dove abitano 130 milioni di abitanti in una metà e 20 milioni nell’ altra il governo non sente la necessità di creare grandi infrastrutture in quella metà,anche perché nessuno si fa 7000 chilometri in macchina. Così come non avrebbe senso creare grandi centri urbani dove le condizioni metereologiche sono così proibitive.

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